La Manna dell’Anima - Lectio divina - P. Paolo Segneri

APRILE

V. GIORNO

Il Giudizio Universale e Particolare ci vogliono sempre apparecchiati.

 

« Estote parati, quia qua hora non putatis, Filius hominis veniet. State apparecchiati, perchè in quell’ora, che meno pensate, verrà il Figliuol dell’uomo » (Vangelo di Luca 12, 40).

 

I.

Considera, che Cristo nostro Signore, ogni qualvolta usò favellar del Giudizio sì universale, come particolare, s’intitolò quasi sempre Figliuol dell’uomo: « Mittet Filius hominis Angelos suos. — Il Figliuolo dell’uomo manderà i suoi Angeli » (Vangelo di Matteo 13, 41). « Videbunt Filium hominis venientem in nube. — Vedranno il Figliuolo dell’uomo venire sopra una nuvola » (Vangelo di Luca 21, 27). « Videbitis Filium hominis venientem in nubibus. — Vedrete il Figliuol dell’uomo scendere sulle nubi » (Vangelo di Matteo 24, 30). « Ita erit adventus Filii hominis. — Così sarà la venuta del Figliuolo dell’uomo » (Vangelo di Matteo 24, 27). Nè ciò dee dar maraviglia. Egli era umilissimo, e però quando doveva dir di sè cose di molta gloria le temperava col modo, non solo favellando in terza persona, ma adoperando parimente que’ termini più modesti, e più moderati, di cui valer si potesse con verità. Ecco però per qual ragione il Signore in questo luogo si nomina specialmente Figliuol dell’uomo: « Estote parati, quia qua hora non putatis, Filius hominis veniet. — State apparecchiati, perché in quell’ora che men ci pensate, verrà il Figliuol dell’uomo ». Parla egli qui del Giudizio sì universale, come particolare, che a lui si spetta, essendo egli egualmente stato costituito Giudice de’ vivi, e de’ morti: Judex vivorum, et mortuorum (Atti degli Apostoli 10, 42); de’ vivi col Giudizio particolare quando morranno, de’ morti col Giudizio universale, quando risorgeranno : e però qui s’intitola specialmente Figliuol dell’uomo, a confusione degli uomini, i quali allora che promulgano qualch’editto di podestà, vanno più che in altra occorrenza, o mendicando, o moltiplicando i lor titoli più fastosi. Tu a questo titolo di Figliuolo dell’uomo forse potrai concepire in te meno di terrore, quasi che nel Giudizio tu abbia a far con uomo simile a te, e che però come tale possa o ingannarlo, o sfuggirlo, o sedurlo, o se non altro placarlo assai facilmente. Ma oh quanto, s’è così, tu discorri lontan dal vero! Se qualor Cristo tratta di giudicare, si chiama allor, più che in altro, Figliuol dell’uomo, segno è, che allor, più che in altro, dovrà far opere, che lo faccian conoscere più che uomo.

II.

Considera, che se per ordinazione di Cristo tu hai da stare apparecchiato al Giudizio anche universale, che moralmente, rispetto a te, potrà esser ancor lontano; molto più dunque hai da stare apparecchiato al particolare, che non potrà se non esser vicinissimo. Però figurati di udire in ordine ad esso queste parole: « Estote parati, quia qua hora non putatis, Filius hominis veniet. — State apparecchiati ecc. ». Hai tu notata la forma di un tal parlare? non dice che ti apparecchi, dice che stii apparecchiato, non paramini, dice estote parati, perchè la somma pazzia che tu possa commettere è questa: perdere punto di quel tempo prezioso, che Dio ti dà per apparecchiarti alla morte. Tale appunto, e non altra, fu la pazzia delle cinque Vergini stolte. Pare a te pertanto di vivere apparecchiato, o pur d’aver bisogno d’apparecchiarti? Pensavi un poco con serietà, perchè è punto, che importa troppo. Chi non vive apparecchiato al morire può essere sicurissimo di avere ancora a morire senza apparecchio; mercè che l’apparecchio vero alla morte è la vita buona: « Ante judicium para justitiam tibi. — Prima del giudizio assicurati di tua giustizia » (Ecclesiastico o Siracide 18, 19). Quell’apparecchio, che si fa sull’estremo, non è apparecchio, è confusione, è imbarazzo, è imbroglio, è garbuglio, e però è un apparecchio tumultuario, qual fu già quello delle medesime Vergini dianzi dette: non è apparecchio proporzionato ad un’opera di rilievo sì grande, qual è il morire. Quanto quell’opera, di cui si tratta, è maggiore, tanto conviene, che sia maggior l’apparecchio: ciò non ha dubbio; ond’è che a quelle Fanciulle, che dovevano comparire innanzi al Re Assuero, si dava un anno di tempo ad ungersi, ad abbellirsi, ad accommodarsi. Ma qual altra opera tu puoi far maggiore in tutta la vita tua di quell’ultimo atto, se lo fai bene? e tu devi ancor cominciare ad apparecchiarti? anzi a quest’ora già dovevi essere apparecchiato: Estote parati. Due però sono gli apparecchi che devi fare, se non gli hai fatti; uno rimoto, uno prossimo. « Paratum cor meum, Deus, paratum cor meum. — Il mio cuore, o Dio, egli è apparecchiato, egli è apparecchiato il cuor mio » (Salmo 56, 8). Il rimoto è non far mai opera, intorno alla quale tu abbia d’aver a male, che ti trovi occupato,il Figliuol dell’uomo, quando egli giunga. Il prossimo è aggiustar le partite della coscienza con intera soddisfazione, dileguare ogni difficoltà, deporre ogni dubbio, adempir tutti i debiti che ti stringono, siano di giustizia, siano di gratitudine, siano di fedeltà. In una parola, sai che vuol dire lo stare apparecchiato alla morte? Estote parati: vuol dire appunto stare come una Nave carica in Porto, la quale a sciogliere non altro aspetta, che vento. Se ‘ancor la misera ha da risarcire le sarte, ha da rattoppar le schiavine, ha da cominciar a fornir le casse di viveri, qual dubbio c’è, ch’ella non è apparecchiata, ha da apparecchiarsi?

III.

Considera d’onde avviene, che tu non faccia verun di questi apparecchi sì necessarii. Perchè ti prometti tempo, non credi di vero a Cristo, il qual ti fa intendere, che verrà, quando meno tu te lo immagini. E pur odi com’egli parla: « Estote parati, quia qua hora non putatis, Filius hominis veniet. — State apparecchiati ecc. »: non dice « qua die — in quel giorno », ma « qua hora — in. quell’ora », perchè non solo non sei sicuro d’un giorno, ma neppur sicuro di un’ora: « Nescitis diem neque horam. — Non sapete nè il giorno, nè l’ora » (Vangelo di Matteo 25, 13). Convien adunque, che non lusinghi te stesso con persuaderti, che il Signore teco procederà diversamente da ciò, che minaccia a tutti. Anzi hai da credere, che a te egli intenda di parlar più che ad altri; essendo ciò tutto il mal di questa sentenza, la quale or mediti, che ognuno l’ode tutto dì dall’Altare, e nessuno la reputa detta a sè. A te dunque figurati, che singolarmente egli parli, mentre egli dice, che verrà a trovarti in quell’ora, che meno pensi, cioè, che verrà improvviso, che verrà inaspettato, che verrà con una chiamata, qual è quella, che appellasi subitanea: « Ecce venio sicut fur . — Ecco, ch’io vengo, come viene il ladro (Apocalisse di Giovanni 16, 15). Tu tardi ad apparecchiarti, perchè speri, che alla tua morte dovrà precorrere almeno la malattia. E però a procedere saviamente persuaditi, che morrai prima di ammalarti, com’è de’ fiori, che tutto dì si recidono prima che lor sopraggiunga languor veruno: « Nescio quamdiu subsistam, et si post modicum tollat me factor meus. — Non so quanto tempo ancor durerò, e se dopo breve spazio verrà a cogliermi il mio Creatore » (Giobbe 32, 22).

IV.

Considera, che tanto più devi usare questa sollecitudine dianzi detta, quanto il Signore più chiaramente ti avvisa, che verrà egli a chiamarti in persona propria: « Qua hora non putatis, Filius hominis veniet — in quell’ora che meno pensate verrà il Figliuolo dell’uomo »: non dice « mittet — manderà », dice « veniet — verrà ». E come dunque puoi, s’ è così, differire ad apparecchiarti? Quando il Giudice ti manda citazioni, ti manda famigli, ti manda fanti, ti manda altri messi simili, puoi in qualche modo apparecchiare in quel breve tempo di mezzo le risposte da dargli, ancorchè difficili. Ma quando ti viene in casa a coglierti di persona improvvisamente, inaspettatamente, tu sei finito. Or così appunto ti avvisa, che farà Cristo: « Qua hora non putatis, Filius hominis veniet. — In quell’ora ecc. ». Potrai tu forse, qualor verrà, dirgli ardito, che vada, e che poi ritorni? Sei ben ora usato di dirglielo mille volte; mentre venendo egli a te colle sue amorevoli ispirazioni, colle sue vocazioni, colle sue visite, tu per ordinario lo rigetti da te, quasi affaccendato, con dirgli: « Vade, et revertere. — Va, e ritorna » (Esodo 4, 19). Ma alla morte non potrà già riuscirti di far così; perciocchè Cristo alla morte non verrà qual amico, verrà qual Giudice: « Ecce Judex ante januam assistit — Ecco, che il Giudice sta alla porta » (Lettera di Giacomo 5, 9).

V.

Considera, che mentre il Signore ti dà questo avviso di voler venire a trovarti improvvisamente, ti mostra il desiderio ch’egli ha di non arrivarti improvviso. Quel Giudice, il quale ha voglia di cogliere in fallo i rei, non fa loro noto, che verrà a trovarli quantunque improvvisamente: dissimula lor totalmente la sua venuta, gli assicura, gli affida, perchè saputasi questa non gli sarebbe possibile più di fare ciò, ch’egli ha detto: sempre arriverebbe aspettato. Cristo ti dice, che verrà quando meno tu te lo pensi: Qua hora non putatis, Filius hominis veniet. Qual dubbio adunque, che non ha voglia di coglierti all’improvviso? Se all’improvviso ti coglie, la colpa è tua, mentre tu non prezzi l’avviso. Però che hai da fare? valerti di un tale avviso con somma sollecitudine: « Ne dixeris: est mihi sufficiens vita. — Nè dire: ho abbastanza di tempo da vivere » (Ecclesiastico o Siracide 5, 1). E a ciò nessuno esercizio ti gioverà più, che vivere in modo, come se ogni dì fosse l’ultimo, che vivrai. Celebra quella Messa, come se quella fosse l’ultima, che tu abbia da celebrare. Confessati, come se quella confessione fosse l’ultima. Comunicati, come se quella comunion fosse l’ultima. Fa orazione, come se quella fosse appunto l’ultima volta in cui tu possa ricorrere al tuo Signore. Costuma di raccomandargli perpetuamente quell’ora, che per te sarà l’ultima della vita; pregalo, che ti assista, pregalo, che ti aiuti, pregalo, che si degni di tenerti difeso tra le sue braccia infimo a tanto, che ancor ti sarà Avvocato. Se farai così, vedrai quanto profittevole ti sarà in decorso ancor breve di tempo questo esercizio; ti comporrà, ti compugnerà, ti sgombrerà dalla mente quei pensieri vani, che di presente ti opprimono, perchè sei uso prometterti vita lunga. E sopra tutto  farà vivere apparecchiato al morire. E così il tuo Giudice potrà ben venire in quell’ora, in cui non te ‘l pensi: qua hora non putas; ma non potrà venire in quell’ora, in cui non l’aspetti, e conseguentemente sarai beato: « Beati omnes qui expectant eum. — Beati tutti quelli, che lo aspettano ».

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