La Manna dell’Anima - Lectio divina - P. Paolo Segneri

AGOSTO

 

V. GIORNO

La Madonna Santissima delle Nevi.

In che consista la vera divozione alla Santissima Vergine.

« Beatus homo qui audit me, et qui vigilat ad fores meas quotidie, et observat ad postes ostii mei. Qui me invenerit, inveniet vitam, et hauriet salutem a Domino. — Beato l’uomo che mi ascolta, e veglia ogni dì alle mie soglie, e sta attento al limitare della mia porta. Chi troverà me, troverà la vita, e dal Signore riceverà la salute » (Proverbio 8, 34, 35).

 

I.

Considera come la vera divozione alla Santissima Vergine ha tre gradi, che ci conducono a conseguirla con perfezione. Il primo si è abbandonare per amor d’essa il peccato, perchè chi le nega questo, quale onore mai le può fare, che le sia gradito? Il secondo è aggiugnere al primo qualche ossequio speziale, come fan quei che digiunano il Sabato in onor d’essa, visitano le sue Chiese, recitano la sua corona, o fanno altra azione simile di suo culto. Il terzo è aggiugnere al secondo l’imitazione delle sue belle virtù. E questo è ciò che costituisce alla fine una tal divozione in grado perfetto. Ora questi tre gradi son quegli appunto, che qui ci addita la Vergine in queste voci, che già da tanti secoli Santa Chiesa le ha poste in bocca : « Beatus vir qui audit me — Beato l’uomo, che mi ascolta » ecco il primo; « Et qui vigilat ad fores meas quotidie — E veglia ogni dì alle mie soglie » : ecco il secondo; « Et observat ad postes ostii mei — E sta attento al limitare della mia porta » : ecco il terzo. Se non hai cominciato ancora ad ascendere tali gradi, non tardar più per giugnere presto al sommo.

II.

Considera, che quanto al primo grado dice la Vergine : « Qui audit me — Chi ascolta me », perchè questo è ciò che innanzi ad ogni altra cosa ella vuol da te, che tu l’ascolti, qualora ti fa saper, che lasci il peccato. Se tu ti turi le orecchie, per non udirla in questo particolare, tu sei spedito. Come vuoi tu ch’ella giammai per amante suo ti riceva, o ti riconosca? Il peccato ha due pessime qualità, che lo costituiscono degno di un odio sommo: La mostruosità, e la malizia. La malizia nasce dall’avversione ch’egli ha al Creatore. La mostruosità dalla conversione alle creature. Se guardi per tanto la mostruosità, come vuoi tu che la Vergine riceva per amante un Diavolo in forma d’uomo? E se la malizia, come vuoi che la Vergine per amante pur riconosca un traditore attuale di suo Figliuolo, un rinnegato, un ribelle? Ti aiuterà bensì ella cortesemente ad uscire da un tale stato con ottenerti il perdono, tanto è pietosa : ma non già ti vuol aiutare a perseverarvi con ottenerti, come vorrebbono alcuni, l’impunità. Adunque ascoltala con abbandonare il peccato che ella ha sì a sdegno. Se tu fai ciò, sei beato, perchè così ti apri la strada alla sua amicizia : « Beatus homo, qui audit me —Beato l’uomo, che mi ascolta ».

III.

Considera, che quanto al secondo grado dice la Vergine: « Et qui vigilat ad fores meas quotidie — E che veglia ogni dì alle mie soglie »; perchè tal è l’uso degli amanti : vegliare alle porte della persona che amano, per mostrar che l’amano assai. L’amore ha questo di proprio, che toglie il sonno. E qual è quel sonno, che deve levar da te l’amore alla Vergine? La pigrizia. Deii essere sollecito negli ossequi, che tu le presti: e però ti dice: « vigilat — veglia » : e devi essere perseverante, e però dice « quotidie — ogni dì ». Non lasciar passare mai giorno che non la veneri con qualche atto speziale. Se fai questo, tu sei beato, perchè così non lascierà nemmen ella passar mai giorno, che con qualche aiuto speziale non ti corrisponda : « Beatus homo qui vigilat ad fores meas quotidie — Beato l’uomo, che veglia ogni dì alle mie soglie ».

IV.

Considera, che quanto al terzo grado dice la Vergine : « Et observat ad postes ostii mei— E sta attento al limitare della mia porta », perché chi ama molto, non solo veglia alle porte della persona ch’egli ama, ma procura ancor di spiare da tutte le fessure di esse ciò ch’ella facciali, ne osserva gli andamenti, ne osserva gli atti, e così poi nelle occorrenze le imita per più piacerle. Che belli esempi puoi tu ritrar dalla Vergine, se ti poni a osservarla con attenzione! Imitala, e allora sì, che davvero tu sei beato, perchè non solo con ciò la impegni ad amarti, ma la necessiti: Gli ossequii fanno, che amisi per elezione, ma l’imitazione fa, che amisi per natura: « Beatus homo qui observat ad postes ostii mei — Beato l’uomo, che sta attento al limitare della mia porta ».

V.

Considera, che nel primo grado, non si pongono porte di sorta alcuna, perchè chi è in quello, più si dispone ad essere vero divoto di Maria Vergine, di quel che sia divenuto, e però ancora egli è in via. Nel secondo si mettono porte, fores, ma non si mettono postes, che sono que’ ripari di legno con cui si chiudono, perchè chi è in quello, quantunque già sia divoto speziale di Maria Vergine, contuttociò, per così dire, è su gli aditi di una tal divozione comune a tutti, non è ancor salito alle stanze che si riguardano. Nel terzo finalmente non sol si mettono porte, ma ancora postes, perchè chi è in quello, è negli intimi penetrali, dove non è sì universale l’accesso. Ma a questo accesso hai tu però da anelar con tutto lo spirito. Se altro non sai fare, picchia, prega; ti verrà aperto. Dimanda cordialmente alla Vergine, che renda ancor te meritevole d’imitarla, e la imiterai.

VI.

Considera come aggiugne la Vergine, che chi con questa divozione che usale, trovi lei, troverà la vita : Qui me invenerit, inveniet vitam. Questa vita si è la grazia Divina, vita dell’anima nostra : e chi ritrova la Vergine, ritroverà la grazia Divina, perchè ritroverà chi ha ritrovata tal grazia, ritrovata per sè, ritrovata per altri, che però le disse avvedutamente l’Arcangelo Gabriele: « Invenisti gratiam apud Deum — Hai trovato la grazia innanzi a Dio » : non solo « Dei —di Dio », ch’è la grazia che costituisce lei santa, ma « apud Deum — innanzi a Dio », ch’è la grazia, che costituisce lei atta ad impetrare anche ad altri la santità. Ma quanto ciò di ragione ha da stimolarti ad essere suo divoto ! Conciossiachè, quando per tua misera sorte perdi mai la grazia Divina, che vuoi tu fare? Andare a Dio per domandarne altra simile alla perduta? Ahimè! che questo è un dichiararti già indegno di riportarla: perchè l’altre gioie finalmente si perdono non volendo, ma la grazia Divina è una gioia tale, che se si perde, si perde perchè vuol perdersi. Convien adunque che tu prima chiegga perdono di questa somma trascuraggine usata nel custodirla. E ad ottenerti appunto un perdono tale è spezialmente costituita la Vergine: perchè ella possiede una grazia così eminente, che può meritare ad altri ancor quella grazia ch’essi perdettero : e quindi avviene, che a ciò alludendo ella dica : «Qui me invenerit, inveniet vitam — Chi troverà me, troverà la vita », cioè « inveniet gratiam — troverà la grazia ». Però come gli altri Santi sono Avvocati per impetrare chi la Fortezza in tempo di tentazioni, chi l’Ubbidienza, chi l’Umiltà, chi altra di virtù tali, la Vergine è per impetrar la grazia Divina: mentre non solo c’impetra la grazia abituale, ch’è quella vita, da cui procedono tutte le dette virtù, ma ancor l’attuale, ch’è quella, dalla qual vengono e mantenute, e promosse, e perfezionate. Vedi, posto ciò, quanto importi ‘usare ogni studio a ritrovare la Vergine! Ritrovata essa, hai ritrovata la grazia. Nè ti smarrire, quasi che debba riuscirti di gran fatica il ritrovar essa, perchè ella non brama altro, che di esser ritrovata : « Facile invenitur ab his qui quaerunt illam. — Facilmente si trova da quelli, che la cercano » (Sapienza 6, 13). E la ragion è, perchè « praeoccupat qui se concupiscunt, ut illis se prior ostendat. — Ella previene coloro, che la bramano, ed ella la prima ad essi si fa vedere » (Sapienza 6, 14). Tanta è la sua naturale benignità! Contuttociò dice: « Qui me invenerit — Chi mi troverà ». Perchè se a trovarla non si ha da durar fatica, si ha però da usar diligenza, con prestare ad essa quegli atti, che si sono detti, di devozione più affettuosa.

VII.

Considera, come poco sarebbe, che la Vergine ti ottenesse in questo Mondo la grazia del tuo Signore, se non ti ottenesse ancor nell’altro la gloria. Però finalmente conchiude: « Et hauriet salutem a Domino — E dal Signore riceverà la salute ». Questa è la salute : la perseveranza finale, che ti fa salvo. Questa ti vien da Cristo, chi non lo sa? a Domino: ma ti viene per mezzo di Maria Vergine: con questa diversità, che tutti i predestinati ottengono, non ha dubbio, per mezzo d’essa la loro salute; ma i suoi divoti l’ottengono con maggior facilità. Tutti i predestinati ottengon, come dissi, la loro salute per mezzo d’essa, perchè niuno si salva, per cui verisimilmente non porga ella a tal fine speziali suppliche, qual Avvocata comune dell’ uman Genere : « Aequaliter est illi cura de omnibus — Ella ha cura egualmente per tutti ». Ma i suoi divoti l’ottengono con maggiore facilità, perchè di questi non solo ha cura, ma ancora ha sollecitudine: e così a questi ella impetra che l’Inferno abbia men di possanza a tentarli: nè di ciò paga, assiste loro ella stessa con modo particolare su l’ultim’ora, gli consola, gli anima, gli assicura, ed ottien loro una tranquillissima morte. E questo è « haurire salutem — ricevere la salute ». E’ conseguir la salute con poca spesa, con poco stento. Haurire è una voce che ha due significati. L’uno è quel di attingere, come si fa dell’acqua, che scaturisce da qualche fonte: e l’altro è quello di bere. Il primo è senza fatica, il secondo non solo è senza fatica ma con diletto. E l’uno, e l’altro convien all’intento nostro, perchè la Vergine fa sì, che i divoti suoi, non solamente non provino gran fatica in patir ciò, ch’è necessario a salvarsi, ma che anzi vi provino gran diletto, tanta è la piena di quel conforto celeste, che loro impetra. E da ciò si raccoglie chiaro, come la vera divozione alla Vergine sia segno di predestinazione assai segnalato. La ragion è, perchè ai suoi divoti è più facile di salvarsi, atteso il patrocinio speciale, che loro presta sì gran Signora in ogni occorrenza, ma singolarmente sull’ora della loro morte, che è quel punto, da cui finalmente dipende la loro salute.

 

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