La Manna dell’Anima - Lectio divina - P. Paolo Segneri

AGOSTO

 

III. GIORNO

Del giudizio universale.

« Venit bora, in qua omnes, qui in monumentis sunt, audient vocem Filii Dei, et procedent qui bona fecerunt in resurrectionem vitae, qui vero mala egerunt in resurrectionem judicii. — Viene l’ora, in cui tutti quelli che sono ne’ sepolcri, udiranno la voce del Figliuolo di Dio, e s’avanzeranno quelli, che avran fatte opere buone, risorgendo per vivere; quegli poi che avran fatte opere male, per essere condannati » (Vangelo di Giovanni 5, 28, 29).

 

I.

Considera, come avvicinandosi l’ora del gran giudizio, l’Arcangelo San Michele, accompagnato da altri Angeli in molto numero , risveglierà con una tromba sonora tutti quei morti, che staranno quasi a dormire nei lor sepolcri: « Surgite mortui, venite ad Judicium —Sorgete, o morti, venite al Giudizio ». Dissi con una tromba, e tromba non metaforica, come alcuni la riputarono, ma reale: « Canet enim tuba. — Perocchè suonerà la tromba » (Prima lettera ai Corinzi 15, 52). E «canet — suonerà » qual istrumento attissimo a tal funzione. Conciossiachè essendo quattro quei fini, per cui gli Ebrei già solevano usar la tromba, per convocare a consesso, per intimare la guerra, per festeggiar le maggiori solennità, e per fare la mossa dei Padiglioni nei lor viaggi : per tutti e quattro questi capi medesimi sarà giusto, che suoni ancora la tromba il dì del Giudizio. Sì perchè quello sarà il consesso più ampio, che siasi tenuto al Mondo : « Dominus ad judicium veniet cum senibus populi, etc. — Verrà il Signore a far giudizio cogli anziani del popolo, ecc. » (Isaia 3, 14). Sì perchè allora s’intimerà una guerra generalissima a tutti i reprobi: « Pugnabit cum illo Orbis terrarum contra insensatos. — Con lui combatterà l’universo contro gl’insensati » (Sapienza 5, 21). Si perchè allora sarà il giorno più solenne di festa a tutti gli Eletti: « Buccinate in Neomenia tuba, in insigni die solemnitatis vestrae; quia praeceptum in Israel est, et judicium Deo Jacob — Date fiato alla tromba nel Novilunio, nel giorno insigne di vostra solennità; perocchè tal è il comando dato ad Israele, e cosi ricerca il Giudizio del Dio di Giacobbe »; « praeceptum — comando » agli uomini, che hanno da comparire; « judicium — giudizio » a Dio, che su loro ha da dar sentenza. Sì perchè allora si muoveranno, per dir così, i padiglioni l’ultima volta, nel muoversi, che faranno, quantunque per vie diverse, gli Eletti, e i Reprobi : « Procedent qui bona fecerunt in resurrectionem vitae; qui vero mala egerunt in resurrectionem judicii — S’avanzeranno quelli, che avran fatte opere buone, risorgendo per vivere; quelli poi che avran fatte opere male, per essere condannati ». Quando però senti qui dire, che tutti i morti, qualunque siano: Omnes qui in monumentis sunt, udiran la voce del Figliuolo di Dio, che gli chia merà all’universal Giudizio già già imminente, audient vocem Filii Dei, non ti dare a credere, che il Figliuolo di Dio gli abbia da chiamare egli stesso di bocca propria, perchè il decoro ricerca, che il Giudice non impieghi mai la sua voce in citar i rei, ma quella sol dei suoi messi. Gli ha a chiamar con la voce di una tal tromba. Contuttociò questa medesima voce vien detta voce del Figliuol di Dio (come appunto la voce del Sacerdote nei Sagramenti vien detta egualmente ben voce di Cristo, e voce del suo Ministro), sì perchè sarà voce di suo volere, sì perchè sarà voce di sua virtù. Di suo volere, perchè egli ordinerà così gran chiamata; di sua virtù, perchè egli farà, che l’odano ancora i morti, e che si ravvivino. Però sta scritto, che il Signore quel dì « dabit voci suae vocem virtutis — darà alla sua voce voce di virtù », cioè « dabit voci sua; esse vocem virtutis — darà alla sua voce (ch’è la voce di detta tromba) l’esser voce di virtù ». Perchè ad una tal voce darà tal forza, che al primo suono di essa tutti quei corpi, che non solo erano da lunghissimo tempo ridotti in polvere, ma dissipati, e dispersi, ritorneranno di subito alla loro forma; e si ritroveranno animati con quel prodigio, che solamente può far la virtù Divina, vox Filii Dei. Ond’è che laddove Cristo, nel favellare dell’istesso Giudizio, fu solito di chiamarsi ordinariamente Figliuol dell’uomo, Filius hominis (come già notossi in un’altra Meditazione), questa volta chiamossi singolarmente Figliuol di Dio, perchè dalla virtù, ch’egli possedea di rendere incontanente la vita ai morti, volea provar questa volta la sicurezza di quella Divinità, che di sè affermava agli Ebrei ribelli. Ma tu frattanto pensa un poco fra te che solenne ubbidienza sarà mai questa, che in quel dì tutti i morti gli renderanno! E ciò vuol dire spezialmente quell’« audient — udiranno ». Non perchè i morti non abbiano anche ad udire sensibilmente voce tale coi loro orecchi (mentre riscossi al tuono di quelle prime parole, « Surgite mortui —sorgete morti », potranno poi ben distinguere le seconde, « Venite ad judicium — venite al giudizio »), ma perchè oltre all’udirle, vi si dovrà ancor aggiugnere l’eseguirle. Tanto significa questo termine audient; significa udire, significa ubbidire: « Non audivit populus meus vocem meam — Il mio popolo non ubbidì alla mia voce ». Oh quanti sono coloro, ch’ora non vogliono udir la voce di Cristo! Non vogliono udir l’immediata, ch’egli ora adopera nelle sue ispirazioni, non vogliono udir la mediata, che adopera per la bocca dei suoi Ministri. Ma non così potranno i miseri fare ancora quel giorno. Che turarsi gli orecchi, e dire con Faraone: « Quis est Dominus, ut audiam vocem ejus? — Chi è il Signore, onde io debba udire la sua voce? » (Esodo 5, 2). Piccoli, grandi, plebei, re, poveri, ricchi, idioti, filosofi, tutti egualmente dovranno ad una tal voce prestare ossequio: « Omnes audient, omnes —Tutti udiranno, tutti ». Ah, te meschino, se disprezzi al presente la voce del tuo Signore, qualunque siasi, o immediata, o mediata! Che sarà in quell’ora di te? E pure è indubitatissimo, che quest’ora avrà da venire: « Venit bora — Viene l’ora ». Non dice « veniet — verrà », ma « venit — viene » perciocchè è tanto certo ch’ella verrà, che se ne può ragionar come di venuta.

II.

Considera come in conformità di quella ubbidienza, che tutti i morti renderanno prontissima a una tal voce finora detta, si aggiugne, che verranno tutti fuori dai loro sepolcri : procedent, ma oh quanto tra sè diversi ! Gli eletti si troveranno renduti i corpi, non più gracili, non più pesti, non più piagati, non più disfatti per le asprezze continue, com’eran prima, ma gloriosissimi. E i reprobi per contrario dovran trovarseli interi bensì di membra, ma nel restante sì stomacosi, si squallidi, sì fetenti, che il solo dovere rientrare in essi, come in alberghi sozzissimi, sarà loro già parte grande dei loro mali. Nè è meraviglia; perchè gli uni « procedent ad resurrectionem vitae — s’avanzeranno risorgendo per vivere », e gli altri « procedent ad resurrectionem judicii — s’avanzeranno per essere condannati ». «Procedent — S’avanzeranno» gli eletti « ad resurrectionem vite — risorgendo per vivere », perchè essi risorgeranno non solamente a vivere quella vita, che si oppone alla morte (dovendo a una tal vita risorgere ancora i reprobi), ma perchè risorgeranno a vivere quella vita, ch’è vita vera, cioè quella vita, che godesi in Paradiso, la cui Beatitudine vien espressa frequentemente con questo nome di vita : « Quoniam apud te est fons vitae. — Poichè presso di te è la sorgente della vita » (Salmo 36, 10). Cioè « fons Beatitudinis — la sorgente della Beatitudine ». E « procedent — s’avanzeranno » i reprobi « ad resurrectionem judicii — risorgendo per essere condannati », non solo perchè risorgeranno ad essere giudicati (dovendo ciò essere comune parimente agli eletti), ma perchè risorgeranno ad essere condannati. Tal è la forza di questa voce judicium. Alle volte significa discussione : « Judicium determinat causas. — Il giudizio finisce le liti » (Proverbio 26, 10); e alle volte significa condannazione : « Qui increpationibus non sunt correpti, dignum Dei judicium experti sunt — Quelli, che ai rimproveri non si arresero, provarono gastigo degno di Dio ». E condannazione senza dubbio significa in questo luogo, che dichiariamo, perchè judicium, qui viene opposto alla vita. Secondo dunque lo stato della loro diversa risurrezione, avranno gli uomini allora diversi i corpi. E posto ciò, che sarà allora di te, se a te toccherà di averlo sì abbominevole? Che complimenti gli userai, che accoglienze, che abbracciamenti? Allora sì, che bestemmierai quell’amore sì smoderato, che di presente gli porti, e non te ne avvedi.

III.

Considera come si dice, che tutti gli uomini risuscitando nel giorno estremo, « procedent — s’avanzeranno » dalle loro tombe; e non si dice semplicemente, che « exibunt — usciranno », perchè n’andranno incontro a Cristo per ordine, non di tempo, ma di dignità. Non di tempo, perchè tutti egualmente risorgeranno ad un punto, e buoni, e cattivi, « in ictu oculi — in un batter di ciglio », affinchè tanto apparisca maggior la forza di quella voce divina, che fa risorgerli; ma sì bene di dignità, dovendo andare incontro a Cristo prima gli eletti, che si avanzeranno a riceverlo su nell’aria, obviam Christo in aera (Prima lettera ai Tessalonicesi 4, 16), e poi i reprobi, che lo dovranno attendere su la Terra; e dovendo tra gli eletti stessi procedere prima i più uniti a Cristo per ricchezza di meriti, e appresso gli altri di grado in grado, secondo le loro schiere: Unusquisque in suo ordine (Prima lettera ai Corinzi 15, 23). Figurati tu frattanto a un tale spettacolo, che divisione orribile sarà quella, allora che uscendo da una medesima tomba, e buoni, e cattivi, imprenderanno cammini così contrari : « Procedent qui bona fecerunt in resurrectionem vitae, qui vero mala egerunt in resurrectionem judicii— S’avanzeranno quelli, che avran fatte opere buone, risorgendo per vivere; quelli poi, che avran fatte opere malvagie, risorgendo per essere condannati». Questo è quel bivio, se così ci piace chiamarlo, a cui si troveranno già pronti gli Angeli, destinati a far l’alta separazione degli eletti dai reprobi : Exibunt Angeli, et separabunt malos de medio justorum. E qui, oh che pianti si udiranno tra gli empii, oh che schiamazzi, oh che strepiti oh che ruggiti ! « Consolatio abscondita est ab oculis meis, quia ipse inter fratres dividet. — I miei occhi non veggono consolazione, perchè egli divide tra loro i fratelli » (Osea 13, 14). Non riuscirà solo una tale separazione di obbrobrio estremo, massimamente a quei di loro, che avvezzi a signoreggiare, ed a sovrastare, si vedranno respingere a starsi già tra la feccia dell’universo; ma ancora riuscirà di estremo dolore, attesochè sarà segno chiaro di quella misera sorte, che ad ognuno di loro dovrà toccare nella final sentenza, a cui son citati. E così quivi succederà, ciò che avvenne nella famosa division del Giordano operata da Giosuè, figura di Cristo (Giosuè 3). L’acque che spettano alla parte di sopra, che son gli eletti, dovranno per suo comando levarsi in alto con somma gloria: e quelle che spettano alla parte di sotto, che sono i reprobi, dovranno senza ritegno calare al basso, finchè si vadano a perdere nel Mar Morto.

IV.

Considera come di questa sorte così diversa, che toccherà agli eletti, ed ai reprobi, mentre « procedent — s’avanzeranno » gli uni « ad resurrectionem vitae — risorgendo per vivere », e « procedent — s’avanzeranno » gli altri « ad resurrectionem judicii — risorgendo per essere condannati », non assegnasi altra ragione, se non che questa: la diversità delle loro preterite operazioni. E così nota a terror dell’anima tua, quali sieno quei termini ch’usa Cristo, infallibile verità. Non dice, che « ad resurrectionem vitae procedent — risorgendo per vivere s’avanzeranno », quei che fur nobili, quei che fur dotti, quei che fur doviziosi, quei che rapironsi sulla Terra gli applausi della Città: dice che « procedent —s’avanzeranno » ad essa quegli unicamente, che attesero a far del bene, qui bona fecerunt. Quei che fecer male, qui mala egerunt, fossero pur che persone mai si volessero, ancorchè poste in altissime monarchie, « non procedent — non s’avanzeranno » in eterno a una tale risurrezione, « ad resurrectionem vitae — risorgendo per vivere »; ma a qual « procedent — s’avanzeranno »? « ad resurrectionem judicii — per essere condannati ». Che dici per tanto a ciò tu, che forse ogni altra cosa oggi tieni in pregio maggiore che le buon’opere? Quel dì vedrai ciò che sarà l’aver trascurato di farle per più ingolfarti negl’interessi terreni, per accumulare danari, per acquistar dignità, per darti bel tempo. Beati per tutti i secoli saran quei, che « bona fecerunt — avran fatte opere buone ». Dannati per tutti i secoli saran quelli, che « mala egerunt — avran fatte opere male ». Tolto ciò d’altra dote non si fa conto. So poi che da questo passo si vengono a confutar manifestamente tutti coloro, i quali come infingardi vorrebbono, che a salvarsi bastasse la fede sola, ancorchè scompagnata dalle buon’opere. Ma tu non sei senza dubbio di questi matti così spacciati. Però a tuo pro cava per contrario quest’utile insegnamento, che ciò che in qualunque uomo sopra ogni cosa si ha da apprezzare, sono anzi l’opere buone. « « Deum time — Temi Dio », con astenerti da quel male, che tanto da lui punirassi il dì del Giudizio « Et mandata ejus observa — E osserva i suoi comandamenti », con far quel bene, che solo si premierà: Hoc est enim omnis homo, perchè in questo consiste il tutto.

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