La Manna dell’Anima - Lectio divina - P. Paolo Segneri

MARZO

XXVI. GIORNO

La forza della Divina Grazia.

 

« Terra saepe venientem super se bibens imbrem, et germinans herbam opportunam his, a quibus colitur, accipit benedictionem a Deo: proferens autem spinas, ac tribulos, reproba est, et maledicto proxima, cujus consummatio in combustionem. — La terra, che beve la pioggia che frequentemente le cade in grembo, e che utili erbe produce a chi la coltiva, riceve benedizione da Dio: ma se delle spine produce e de’ triboli, ella è riprovata, e prossima a maledizione, il fine di cui si è di essere abbruciata » (Lettera agli Ebrei 6, 7, 8).

 

I.

Considera la differenza terribile, la qual passa fra Terra e Terra. Ambedue ricevono le stesse grazie dal Cielo, ma non ambedue corrispondono al modo stesso; e così una è benedetta, una reproba. E questa ancora è la differenza che passa tutto dì fra due anime beneficate egualmente anche esse dal cielo, ma non però grate egualmente. Mettiti dunque un poco ad esaminare, se in te scorgi i segni di quella, ch’è benedetta, oppur di quella, ch’è reproba. Non v’è mezzo.

II.

Considera prima, che come ogni Terra in genere, per fertile ch’ella sia, non può da sè produr neppure un fil d’erba senza il benefizio dell’acqua; così è di qualunque anima umana. Sia dispostissima per sua natura a far bene: ciò a lei non basta, ci vuol la grazia Divina: « Dominus dabit benignitatem, et terra nostra dabit fructum suum. — Darà il Signore la grazia sua, e la nostra terra produrrà il suo frutto » (Salmo 85, 13). Oh se tu un dì giungessi bene a càpir questa verità, non dico in modo speculativo, ma pratico! beato te. Allora sì che verresti a diffidar totalmente di te medesimo, a tener sempre, come fa la Terra d’estate, la bocca aperta, dicendo a Dio: « Anima mea sicut terra sine aqua tibi. — L’anima mia è a te come una terra priva di acqua » (Salmo 143, 6).

III.

Considera un poco adesso, quante volte il Cielo ha piovuto sopra l’anima tua molto più ancora largamente, che non ha fatto sopra di tante, e di tante, che sono nate dov’è più scarsezza d’aiuti spirituali. E’ vero, che questa pioggia è stata, sebben la miri, altra strepitosa, altra tacita. La tacita sono le ispirazioni interiori, le quali discendono « sicut pluvia in vellus — a guisa di pioggia su della lana » (Salmo 72, 6). La strepitosa le prediche, i consigli, i conforti, le correzioni, per cui Dio ti ha fatto esteriormente anche intendere il voler suo. Ma qualunque siasi, quanto sarà stata maggiore di quella, che ne sia potuta toccare ad innumerabili! Ben si può dir, che il Signore sopra di te « effudit imbres ad instar gurgitum, qui de nubibus fluunt — versò le pioggie come torrenti ch’escon dalle nuvole » (Giobbe 36, 27). Tanto ella è stata abbondante.

IV.

Considera, che questa medesima pioggia, qualunque siasi, è venuta al pari dall’alto, « super te — sopra di te.» ; perchè egualmente è stato sempre Dio, che « mandavit nubibus desuper — diede dall’alto ordine alle nuvole » (Salmo 78, 23). Egli è stato quegli, che ha mossa la lingua a quel Predicatore, a quel Parroco, a quel Confessore, e singolarmente l’ha fatto parlar per te. Or mira un poco, come hai tu corrisposto? Hai tu prodotto quell’erba che si bramava, erba giovevole, erba gradita, erba sana, qual è quella delle buone opere? Se tale, puoi consolarti, perchè il Signore stesso dall’alto ti ha benedetto, ch’è quanto dire, ti ha preparato il tuo premio nel Paradiso, come a coloro, ai quali fu detto: « In hoc votati estis, ut benedictionem haereditate possideatis. — A questo siete stati chiamati, affinchè abbiate in retaggio la benedizione » (Prima lettera di Pietro 3, 9): cioè, come l’ha preparato ai predestinati. Ma se in cambio d’una tal erba hai solamente prodotto « spinas, ac tribulos — spine e triboli », cioè peccati, benchè alcuni minori, figurati per le spine, ed altri maggiori, figurati pe’ triboli, povero te ! Oh che gran supplizio ti aspetta!

V.

Considera quelle formidabili forme, colle quali si parla di una tal Terra. Sono queste tre, e contengono la riprovazione di essa, la condannazione, e la punizione. Si dice prima però, che reproba est, che Dio sino ab eterno l’ha riprovata ne’ suoi tremendi decreti, perchè uno de’ più certi segni d’esser prescito è ricevere spesso aiuti ad operar bene, e tuttavia non valersene. II. Si dice ch’è maledicto proxima, che è prossima già a ricever la sentenza di eterna condannazione, perchè Dio non suol tollerare assai lungamente una ingratitudine, qual è questa: convien che presto la vendichi. III. Che ejus consumatio sarà in combustionem, che la gastigherà col fuoco infernale, perchè questa è la pena proporzionata alle terre sol fertili di mal’erba, appiccarvi il fuoco.

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