La Manna dell’Anima - Lectio divina - P. Paolo Segneri

GENNAIO

XXVI. GIORNO

Strada degli empii qual sia.

«Via impiorum tenebrosa: Nesciunt ubi corruant. — Tenebrosa è la via degli empii: non sanno dove vadano a rovinare » (Proverbio 4, 19).

 

I.

Considera, che per via degli empii s’intende quella forma di viver, ch’essi tengono. Questa è piena di tenebre, tenebrosa; perchè è piena d’ imprudenza, piena d’ignoranza, piena di errori, eh’ è quanto dire, di assiomi stravolti. Stimano, che bisogni ad ognuno mostrare i denti, ambire, arricchire, attendere illecitamente a darsi piacere, ecc. Hai tu la mente ingombra di verun assioma simile a questi? Se l’hai, ricorri quanto prima. al Signore, perchè t’illumini: di prestamente: «Deus meus, illumina tenebras meas — Dio mio, rischiara tu le mie tenebre o altrimenti tu sei perduto.»

II.

Considera, che le più pericolose cadute sono comunemente quelle, che seguono nelle tenebre. Però qui non si dice de’ Peccatori, «nesciunt, ubi cadant — non sanno dove vadano a cadere», ma «nesciunt, ubi corruant — non sanno dove vadano a rovinare », perchè la loro non è caduta ordinaria, ma rovinosa. Oh in che profondo trascorrono! non è solo quel della colpa, com’essi credono; ma è quello altresì della dannazione, tanto più orrendo, quanto meno osservato. Perchè caduti in una colpa grave, non sanno dove questa alla fin dovrà portargli: nesciunt ubi corruant. Pensano di doversi in essa fermare, e non è così; passano da una in un’altra, fin che periscano. Così succede a chi fra le tenebre cade in qualche alta fossa: non ne sa trovare l’uscita.

III.

Considera finalmente, che questi miseri nemmeno intendono ciò, che dir voglia, dannarsi; e’ però quando da qualcuno si sentono protestare, che se non fanno la tal cosa andranno all’Inferno, che gli rispondono? Se andrò all’Inferno, pazienza: non sarò solo. Oh sciocchi ! oh stolti! Rimira se sono in tenebre. Non avrian cuore d’andare a confinarsi in un Chiostro di Certosini, di Cappuccini, benchè non vi starebbono soli, ma vi avrebbon tanti Angeli per compagni; e poi non temono d’andare a seppellirsi in un baratro, qual è quello di vivo fuoco, di scorpioni, di serpi. Se quivi avran dei compagni assai, tanto peggio. Oh che conforto rabbioso! Sarà ciò altro, che avere tante più fiere, tante più furie, che accrescono il loro orrore? Ah ben si vede, che non capiscono niente! « Nesciunt ubi corruant — non sanno dove vadano a rovinare ».

Archivio delle meditazioni