La Manna dell’Anima - Lectio divina - P. Paolo Segneri

MARZO

XXII. GIORNO

Dei pericoli che sovrastano continuamente al peccatore.

 

«Misericordiae Domini, quia non sumus consumpti. — Misericordia del Signore ell’è che noi non siam perduti » (Lamentazioni 3, 22).

 

I.

Considera, che sarebbe di un Pellegrino, il quale avendo camminato tutta una notte, si accorgesse su ‘1 fare del dì d’avere camminato continuamente sull’orlo di un orrendissimo precipizio. Oh come a tal vista gli si gelerebbe tutto il sangue considerando il manifesto pericolo ch’egli ha corso! Oh come s’impallidirebbe, oh come sbigottirebbe, come al fine renderebbe a Dio grazie di vero cuore, per essere stato da lui così protetto! Non altrimenti sarebbe ancora di te, se Dio ti facesse vedere il sommo pericolo, a cui sei stato di perderti eternamente. Che fai però, che non prorompi almeno in divote grazie verso un protettor sì pietoso, e che non esclami: « Misericordiae Domini, quia non sumus consumpti — Misericordia del Signore ella è, che noi non siam perduti ».

II.

Considera quanto sciocco sarebbe quel Pellegrino, il quale, conosciuto il pericolo, ch’egli ha corso, tornasse di bel nuovo la notte seguente a camminar su ‘1 pristino precipizio. Non meriterebbe di essere abbandonato totalmente dal patrocinio celeste? Ma che fai tu, mentre di nuovo ritorni ai peccati antichi? Guardati bene, perchè come da pochissimo è rimasto, che tu non abbi incorsa per lo passato la dannazione, così da pochissimo può in futuro dipendere, che la incorri. Credi tu, che il Signore abbia a penar molto a lasciarti andare in rovina? Anzi piuttosto ha da faticare a salvarti; tanti son que’ Demonii, che del continuo schiamazzano contro te, per aver licenza di correre furiosi a darti la spinta: « Laboravi sustinens. — Ho affaticato per salvarti » (Isaia 1, 14).

III.

Considera, che quel Pellegrino, il quale fosse così scampato una volta felicemente dall’ imminente suo rischio, non solamente non si tornerebbe più a mettere su ‘l precipizio di prima, ma se ne terrebbe lontano più che potesse. E perchè dunque, se tu non torni di nuovo su ‘l precipizio, almeno ti avvicini? Hai proposto, è vero, per quanto dici, di non peccar più mortalmente; ma frattanto che fai? Ti aggiri sempre tra le occasioni anche prossime di peccare. E questo è dimostrar di conoscere il benefizio, che Iddio ti ha fatto in preservarti con tanta benignità dalla perdizione? Questo è piuttosto un provocarlo a furore, un irritarlo, un accenderlo, perchè è un abusarsi della sua indefessa pazienza: « Conversi sunt, et tentaverunt Deum, et Sanctum Israel exacerbaverunt. — Tornarono a tentare Dio, ed esacerbarono il Santo d’Israele » (Salmo 77, 41).

IV.

Considera, che se tu confidi nell’aiuto Divino, mentre ti metti sui precipizi da te, t’inganni assaissimo: « Ecce spes ejus frustrabitur eum, dice Giobbe, et videntibus cunctis praecipitabitur. — Mirate come la sua speranza lo tradirà, e come si lascierà che a vista di tutti vada in rovina » (Giobbe 40, 28). Può essere che talvolta per misericordia speciale il Signore si degni ancora in tale occorrenza di preservarti. Ma la regola generale qual è? Che tu cada. E queste sono le regole, colle quali si ha sempre da governare un uomo prudente, le generali. Senti però, qual è l’ordine, che il Signore ha dato di propria bocca agli Angeli tuoi custodi: che ti proteggano in tutte le strade tue: Angelis suis Deus mandavit de te, ut custodiant te in omnibus viis tuis (Salmo 90, 10). Non « in praecipitiis — ne’ precipizi », « in viis — nelle strade ». Se andando tu a viaggio, com’è di necessità, per le vie battute, incontrerai qualche inciampo, incontrerai qualche intoppo, incontrerai qualche rischio, ancora gravissimo, di cadere, l’Angelo che ti assiste, ha commissione di soccorrerti prontamente, sicchè tu non cada. Ma non così se tu ti vai da te medesimo, a mettere tra dirupi, tra bronconi, tra balze. Lascierà che tu vada in rovina. Credi tu forse, che per le vie più battute non s’incontrin pericoli ancora tali, che sia necessariissimo avere il sostegno pronto? T’inganni assai : « Lubricaverunt (così dice Geremia, che pur era santo) Lubricaverunt vestigia nostra in itinere platearum nostrarum. — Sdrucciolaron i nostri piedi nell’andar per le nostre piazze » (Lamentazioni 4, 18). Vi sono strade più piane, più pulite, più pubbliche delle piazze? E pure ancora in esse si sdrucciola molte volte, e ancora in esse si cade: tanta è l’umana fiacchezza.

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