La Manna dell’Anima - Lectio divina - P. Paolo Segneri

SETTEMBRE

 

XX. GIORNO

Pene di chi vive secondo la carne, e vantaggi di chi vive secondo lo spirito.

« Si secundum carnem vixeritis, moriemini; si autem spiritu facta carnis mortificaveritis, vivetis. — Se vivrete secondo la carne, morrete; se poi con lo spirito mortificherete gli appetiti della carne, vivrete » (Lettera ai Romani 8, 13).

 

I.

Considera quanto orrenda pena sia quella, che Dio minaccia a chiunque vorrà vivere, non in carne (che quanto a ciò non ci è sulla terra possibile far di meno), ma secondo la carne, dal che non solo noi possiamo astenerci, ma ancor dobbiamo. Minaccia morte: « Si secundum carnem vixeritis, moriemini — Se vivrete secondo la carne, morrete ». E per contrario considera quanto alto premio prometta a chiunque vorrà, non già dar morte a questa carne medesima (che tanto non ci è nè chiesto, nè conceduto), ma sì bene mortificarla. Promette vita : « Si autem spiritu facta carnis mortificaveritis, vivetis — Se poi con lo spirito mortificherete gli appetiti della carne, vivrete ». A te sta dunque di eleggere ciò che vuoi : « Ecce do coram vobis viam vitae, et viam mortis. — Eccovi innanzi la strada della vita, e la strada della morte » (Geremia 21, 8). Rimane a te totalmente di metterti sulla strada che a te più piace, o su quella che conduce alla vita, o su quella che conduce alla morte. Ma prima d’incamminartivi pensa bene, perchè non è sempre sì facile a mezza strada tornare indietro, com’è non incamminarsi.

II.

Considera qual morte sia quella ch’è minacciata a chi viverà secondo la carne, cioè compiacendo in tutto alla carne, contentando in tutto la carne, assecondando giornalmente la carne in ciò che ella brama. E’ quanta morte giammai si può figurare: morte di colpa, morte di natura, e morte di dannazione. Tal è la morte che Dio intima a ciascuno di questi miseri, mentre dice: « Si secundum carnem vixeritis, moriemini — Se vivrete secondo la carne, morrete ». La prima morte si è quella di colpa, perchè questa è la prima in ordine, che da loro col loro vivere si contragga. La seconda morte si è quella di natura; la qual siccome nacque al principio della morte di colpa, così da questa viene altresì alimentata, ed accelerata, massimamente in coloro, che sono dati alle delizie, a’ passatempi, a’ piaceri; e così più presto si colmano di putredine. La terza morte si è quella di dannazione, la qual succede mediatamente alla morte di colpa, immediatamente alla morte di natura, nè mai finisce « Qui se jungit fornicariis — Chi fa lega co’ sensuali », che tal è chi comincia a vivere secondo la carne, cioè al modo de’ sensuali, « erit nequam — diverrà iniquo », ecco la prima morte di colpa, che dee aspettarsi; « putredo et vermes haereditabunt illum — sarà retaggio della putredine, e de’ vermini », ecco la seconda di natura; « et tolletur de numero anima ejus — e sarà tolto dal numero de’ viventi » (Ecclesiastico o Siracide 19, 3), ecco la terza di dannazione. Tutte queste morti succedono a poco a poco a chi eccessivamente asseconda la propria carne. Anzi quante volte succedono tutte insieme. All’istesso punto uno pecca, all’istesso spira, all’istesso precipita nell’Inferno. E pare a te che torni conto di eleggere quella vita, che conduce a sì orrenda morte?

III.

Considera per contrario qual vita sia quella, che si promette a chi la carne mortifica con lo spirito: Spiritus facta carnis mortificat. E’ una vita triplicata ancor ella, qual fu la morte, di cui pur ora si favellò. Vita di natura, ch’è la prima nell’ordine delle vite; vita di grazia, ch’è la seconda; e vita di gloria, ch’è la terza. Chiunque però sa mortificar la sua carne, guadagnasi in primo luogo vita di natura, perchè si allunga l’età: « Qui abstinens est, adjiciet vitam. — L’ uom temperante prolungherà la sua vita » (Ecclesiastico o Siracide 37, 34). Si guadagna vita di grazia, perchè la mortificazione è quella che ce la ottiene, la mortificazione è quella che ce la conserva. E si guadagna finalmente vita di gloria, perchè  la mortificazione è quella che ce 1′ accresce nell’ altro mondo, e la mortificazione è quella che ce l’anticipa in questo co’ saggi delle celesti consolazioni, che solamente si. dànno sulla terra a chi si mortifica. Mira però, che bella sorte sia questa: mortificarsi! Questo sì eh’ è davvero amar se medesimo. Il mondo sciocco si crede, che chi di proposito attende a mortificar la sua carne, le voglia male. Tutto il contrario. Anzi nessun l’ama più, perchè nessuno più cerca il suo vero bene. Chi mai dirà ch’ami poco la propria carne quell’ammalato, che l’espone al ferro, ed al fuoco del suo cerusico, benchè crudo? Anzi egli l’ama molto più di quell’altro, che timoroso non s’induce ad esporvela. E per qual cagion l’ama più? Perché chi non l’espone, le dà la morte, chi l’espone, le dà la vita. Così appunto è nel caso nostro : e se così è, come temerai di avvezzarti a mortificare la carne propria? Se tu non la mortifichi, le dai morte, non solo temporale, ma ancor eterna. E se tu la mortifichi, le dai vita: Si secundum carnem vixeritis, moriemini; si autem spiritu facta carnis mortificaveritis, vivetis. E tu vorrai pur essere di coloro, che piuttosto le vogliono dar la morte? Oh che amor folle è mai quello che tu le mostri!

IV.

Considera, che come l’Apostolo dice: « Si secundum carnem vixeritis, moriemini — Se vivrete secondo la carne, morrete » ; così parea, che dovesse dire per forza di legittimo contrapposto : « Si secundum spiritum vixeritis, vivetis — Se vivrete secondo lo spirito, vivrete ». Ma pur non disse così; disse solo: « Si spiritu factct carnis mortificaveritis — Se con lo spirito mortificherete gli appetiti della carne ». E perchè nol disse? Perchè in questo mondo riesce bene ad innumerabili di vivere totalmente secondo la carne, ma a nessuno riesce di vivere totalmente secondo lo spirito. Una vita puramente spirituale, qual sarìa questa, sulla terra non si ritrova: si riserba a noi sulle stelle, dove in nessuna cosa mai punto la carne discorderà da ciò, che da lei voglia lo spirito. Ma se di presente non possiamo noi vivere totalmente secondo lo spirito, come pur ora si è detto, possiamo almen con lo spirito rintuzzare, e raffrenare gl’insulti di quella carne, che troppo viva continuamente pretende di ribellarsi a chi dee stare ubbidiente, non solo in Cielo, ma ancora in terra, cioè al medesimo spirito; e però disse solamente l’Apostolo : « Si spiritu facta carnis mortificaveritis, vivetis — Se con lo spirito mortificherete gli appetiti della carne, vivrete ». Non disse: « Si carnem mortificaveritis — Se mortificherete la carne », perchè non tutti possono a un modo mortificare la loro carne, macerarla, maltrattarla, disciplinarla, quantunque ciò sia per altro giovevolissimo a mantenerla ubbidiente: ma tutti a un modo possono mortificare i suoi fatti, che son le sue ribellioni, i suoi appetiti, i suoi affetti, i suoi moti insani; anzi tutti debbono a un modo mortificarli. Tre maniere di vivere ti puoi pertanto col pensiero tu fingere sulla terra. Una è di coloro, che vivono totalmente secondo lo spirito, e questa non l’hai qui da sperare, perchè questa sarebbe vita di Angelo. L’altra è di coloro, che vivono totalmente secondo la carne, e questa l’hai da sfuggire a tutto potere, perchè questa è vita da animale. La terza è di coloro che con lo spirito mortificano i fatti della loro carne, e questa è quella, che qui ti vien ordinata, perchè questa è vita da uomo, che sta nel mezzo tra gli animali, e tra gli Angeli. Quando questa mortificazione è in grado comune, è da uomo sol ragionevole, quale almeno ogni Cristiano è tenuto di dimostrarsi : quando è in grado esimio, è da uomo spirituale, e questa è quella alla quale devi aspirare, se ancor non vi sei giunto: « Semper mortificationem Jesu in corpore nostro circumferentes, ut et vita Jesu manifestetur in corporibus nostris. — Portando sempre per ogni dove la mortificazione di Gesù Cristo nel nostro corpo, affinchè la vita di Gesù (ch’è la vita delle persone di spirito) si manifesti ne’ nostri corpi » (Seconda lettera ai Corinzi 4, 10). Non dee apparire nel trattamento del tuo corpo la vita di un Epitteto, di un Seneca, di un Senocrate, o di alcun altro tale de’ Savii Gentili; ma la vita di Gesù Cristo : Vita Jesu. 

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