La Manna dell’Anima - Lectio divina - P. Paolo Segneri

DICEMBRE

 

XVIII. GIORNO

Vero distintivo de’ figliuoli di Dio.

« Quieumque Spirito Dei aguntur, ii soni filii Dei. — Tutti quelli, che sono animati dallo Spirito di Dio, sono figliuoli di Dio » (Lettera ai Romani 8, 14).

 

I.

Considera il contrassegno, che ti dà qui l’Apostolo a ravvisare i figliuoli indubilati di Dio. Dice, che dallo Spirito Santo sono mossi al bene, ma mossi come da virtù superiore, che gli predomina : « Quicumque Spiritu Dei aguntur, ii sunt filii Dei. — Tutti quelli, che sono animati dallo Spirito di Dio, sono figliuoli di Dio ». Tutti i giusti « moventur, diriguntur, ducuntur, reguntur Spiritu Dei — sono mossi, sono diretti, sono guidati, sono regolati dallo Spirito di Dio »; ma non tutti « aguntur — sono animati »; perchè non tutti si lasciano da lui muovere con la facilità pur ora accennata. E però, se noti, qui non dice l’Apostolo : « Quicunique sunt filii Dei, ii Spiritu Dei aguntur — Tutti quelli, che sono figliuoli di Dio, sono animati dallo Spirito di Dio »; ma dice : « Quicumque Spiritu Dei aguntur, ii sunt filii Dei — Tutti quelli, che sono animati dallo Spirito di Dio, sono figliuoli di Dio ». Quei che si lasciano così muovere, questi son quei che si danno a conoscere quei che sono, mercè la pronta subordinazione che mostrano al loro Padre. Tu come ti lasci in tutto governar da Dio senza resistenza? Sei facile a secondar le sue inspirazioni, o pur sei duro, ritroso, ricalcitrante? Se ti muovi da spirito di timore nel secondarle, come fanno i giusti ordinari, è indizio che sei restìo, e però « non ageris — non sei animato », ma soltanto « moveris — sei mosso ». Se ti muovi di spirito non di timor, ma di amore, com’è de’ giusti più degni, è indizio che tu sei facile, e però allora non sol « moveris — sei mosso », ma « ageris — sei animato ». Sei figliuolo assai manifesto.

II.

Considera come queste parole ti possono a prima giunta sollevar nella mente un sospetto falso, qual è, che Dio con la sua Grazia necessiti i giusti al bene. Ma in realtà provano tutto l’opposto : « Quicurnque Spiritu Dei aguntur, ii sunt filii Dei — Tutti quelli, che sono animati dallo Spirito di Dio, sono figliuoli di Dio ». Adunque è indubitatissimo, che « qui Spiritu Dei aguntur — quelli che sono animati dallo Spirito di Dio », non perdono con ciò punto di libertà: altrimenti non opererebbono da figliuoli, ma da forzati. La parola « aguntur — sono animati », non vuol dire per tanfo qui, nè « coguntur — sono costretti », nè « compelluntur — sono forzati » vuol dire « feruntur — sono portati », ma « feruntur — sono portati », come da somma inclinazion naturale, la qual gli rende facilissimi al moto: « Jesus autem plenus Spiritu Sancto agebatur a Spiritu in desertum — Ma Gesù pieno di Spirito Santo era portato dallo Spirito nel deserto » (Vangelo di Luca 4, 1) : non « ibat — andava », ma « agebatur — era portato », perchè chi ha piene le vele del suo cuor di Spirito Santo, non solo va dove da questo è chiamato, ma vi va volando, qual nave col vento in poppa. Devi però ricordarti, che quando Iddio concorre con le cause seconde a farle operare, concorre con ciascuna conforme la convenienza. E però con le necessarie, quali sono i pianeti, gli alberi, gli animali, concorre a farle operar necessariamente, perchè così conviene alla lor natura. Con le libere, quali son gli uomini, concorre a farle operar liberamente, perchè così pur si conviene alla loro : « Tamquam filiis vobis offert se Deus. — Dio si diporta con voi come con figliuoli » (Lettera agli Ebrei 12, 7). Perciò disse qui tanto bene S. Agostino, che « filii Dei aguntur —i figliuoli di Dio sono portati » bensì dallo Spirito Santo, ma « aguntur ut agant — sono portati, affinché operino », come appunto le navi, le quali « aguntur — sono portate » da un zeffiro soavissimo. Queste « aguntur — sono portate », e insieme « aguntur, ut agant — sono portate affinchè operino » ; perché il zeffiro le invita sol all’andare, e ve le facilita. Le invita col tempo bello, che loro mena : e ve le facilita con entrare esso a parte della fatica : ma non però le costringe all’andare malgrado loro, come farebbe un tifone. Quando i marinai vogliono in esse ammainare, e arrestarsi, il zeffiro non fa guerra almeno ostinata. Così fa ancora lo Spirito del Signore: « O quam bonus, et suavis est, Domine, spiritus tuus in omnibus!— Quanto è buono, e soave, o Signore, il tuo spirito in tutte le cose ! » (Sapienza 12, 1). « Bonus — Buono », perchè sempre muove gli uomini al bene: « Suavis — Soave », perchè gli muove, ma non gli sforza. Gli muove con illuminarli nell’intelletto. E ciò è quasi invitarveli col sereno, che adduce nelle lor menti : « Spiritum tuum bonum dedisti, qui doceret eos. — Desti loro il tuo spirito buono, che li ammaestrasse ». E gli muove con invigorirli nella volontà, il che è un far lui con loro quanto essi fanno; anzi è un farlo assai più di loro : « Spiritus Domini ductor ejus f uit — Lo spirito del Signore fu il suo condottiere » (Isaia 63, 14); ma se ciò è muoverli, non è al tempo medesimo violentarli. Tu piuttosto quindi argomenta, che se lo Spirito Santo in riguardo a te « non agit ut agas — non fa che tu operi », la colpa è tua, che lasci in vano spirare un sì dolce zeffiro, come facevano in Corinto coloro, cui fu già scritto : « Adjuvantes autem exhortamur, ne in vacuum gratiam Dei recipiatis — Or come cooperatori noi vi esortiamo, che non riceviate in vano la grazia di Dio » (Seconda lettera ai Corinzi 6, 1). Nè dire a sorte, ch’egli a pro tuo non ispira ; perciocchè questo medesimo vien da te. Invocalo cordialmente, e ti spirerà. Questa è la differenza tra ‘l zeffiro della terra, e quello del Cielo. L’uno dai naviganti assai spesso si chiama in vano : l’altro, invocato, è prontissimo : « Invocavi, et venit in me Spiritus Sapientiae. — Invocai lo Spirito di Sapienza, ed ei venne in me » (Sapienza 7, 7).

III.

Considera come tre sono i gradi di perfezione nel hen che falsi. Farlo rettamente, farlo speditamente, e farlo giocondamente. Nel primo gli uomini sono detti giusti; nel secondo sono detti spirituali; nel terzo sono detti in terra beati. E però il primo discuopre in loro le Virtù, il secondo i Doni, il terzo le Beatitudini. Se dunque vuoi tu conoscere ancora meglio, quali sieno i figliuoli certi di Dio, mira quali sien quelli, che nelle loro opere hanno questi tre gradi di perfezione, facendole non solo rettamente, ma ancora speditamente, nè solo speditamente, ma ancora giocondamente. E questo ancora ha voluto esprimer l’Apostolo quando ha detto : « Quicumque Spiritu Dei aguntur, ii sunt filii Dei — Tutti quelli, che sono animati dallo Spirito di Dio, sono figliuoli di Dio ». Nel dire « aguntur — sono animati », ha dimostrato, che i figliuoli di Dio non si guidano a lor capriccio, come coloro « qui sequuntur spiritum suum — i quali seguono il proprio spirito » (Ezechiele 13, 3), ma lasciano guidarsi in tutto dal lume della ragione, subordinato, e soggetto a quel della fede : « Justitias ejus non repuli a me. — I suoi comandamenti non ho rigettati lungi da me » (Salmo 18, 23). E secondo ciò, sono detti giusti, perchè posseggono l’una e l’altra giustizia, sì naturale, e sì soprannaturale. Nel dire « Spiritu — Dallo spirito », ha dimostrato, che ad operar ciò ch’è retto, non si muovono eglino pigramente, come fa chi è mosso da un motor pigro, qual è un motor corpulento; ma si muovono speditamente, come chi è mosso da un motor agile, presto, pronto, gagliardo, qual è lo spirito. E secondo ciò sono detti spirituali, perchè son agili al bene : « Ubi erat impetus spiritus, illuc gradiebantur. — Dove portavano l’impeto dello spirito, colà andavano » (Ezechiele 1, 12). E nel dir « Dei — di Dio », ha dimostrato altresì, che quello spirito, il qual gli muove a operare, non è uno spirito tristo, nè turbolento, ma dilettevole, qual è quello di Dio: « Spiritus mens super mel dulcis. — Il mio spirito è più dolce del miele » (Ecclesiastico o Siracide 24, 27). E secondo ciò sono detti beati in terra, perchè non sanno solamente per detto altrui, quanto sia dolce il trattar con Dio, ma lo provano: « Quam dulcia faucibus meis eloquia tua! super mel ori meo. — Quanto son dolci alle mie fauci le tue parole! più che non è il miele alla mia bocca » (Salmo 119, 103). Tu rientra alquanto in te stesso, e rimira un poco se hai questi segni di espresso figliuol di Dio nelle operazioni, che ti accadono alla giornata. Anzi quanto è facile, che appena tu n’abbi il primo!

IV.

Considera, che se non hai questi segni, hai da procacciarteli. E in qual maniera? Ad operare rettamente ti hanno a dispor le Virtù, sì le proprie dell’ uomo in quanto uomo, quali son le morali, e sì le proprie dell’uomo, in quanto è partecipe della natura Divina, quali sono le teologiche. E queste singolarmente hai da avvalorare con gli atti frequenti di esse, i quali agli abiti, che si chiamano infusi, aggiungono gli acquistati : « Ego autem exercebor in mandatis tuis. — Ma io mi eserciterò ne’ tuoi comandamenti » (Salmo 119, 78). Ad operare speditamente ti dispongon quei Doni, che sono detti dello Spirito Santo, i quali è vero, che non ti fanno operar atti diversi da quei delle Virtù pur ora accennate : ma gli fanno operar con franchezza somma, anzi tì rendono abile a conoscer subito le ispirazioni Divine, ed a secondarle, massimamente in certi casi più arrischiati, e più ardui, ne’ quali il lume della ragione sarebbe da sè manchevole: « Spiritus tuus bonus deducet me in terram rectam. —Il tuo spirito buono mi condurrà per diritto cammino » (Salmo 143, 10). E ad operare giocondamente che ti dispone? Ti dispone operar per amor di Dio, senza volere altro da lui, se non lui medesimo : « Quid mihi est in Coelo, et a te quid volui super terram? — Qual cosa havvi per me nel cielo, e che volli io da te sopra la terra? » (Salmo 73, 25). Perchè questo è ciò, che alla fine ti fa beato nella povertà, nelle persecuzioni, nel lutto, ed in tutto il rimanente, che Cristo ha portato così contrario alle dottrine del mondo. Saper che tutto tu patisci per Dio, per dar gusto a Dio, per dar gloria a Dio, per non volerti in nulla mai dipartire dal voler di Dio. Fino che opererai per qualch’altro fine inferiore, quantunque onesto, sarai sulla terra buono, ma non beato. Beato allor diverrai, quando opererai per puro amor verso Dio : « Quam magna multitudo dulcedinis tuae, Demine, quam abscondisti timentibus te! — Quanto è grande, o Signore, la molteplice bontà, che tu ascosa serbi per coloro che ti temono! » (Salmo 31, 20). « Ostendisti amantibus, abscondisti timentibus, cioè timentibus timore servili, non timore casto. — La mostri a coloro che ti amano, la serbi ascosa a coloro che ti temono, cioè a coloro che ti temono per timore servile, non per timore casto ».

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