La Manna dell’Anima - Lectio divina - P. Paolo Segneri

GENNAIO

XVI. GIORNO

Conformazione ai divini Voleri.

 

«Fideles in dilectione acquiescent illi. Quelli, che son fedeli in amarlo, a lui saranno ubbidienti» (Sapienza. 3, 9).

 

I.

Considera, che il vero segno a conoscere se il Signor viene amato con fedeltà, è conformarsi al suo santo voler Divino. E’ facile che l’amiamo, quando egli fa a modo nostro, acquiescit nobis, ci mantiene la sanità, ci dà gloria, ci dà grandezza, o pur ci pasce con varie spirituali consolazioni. Il punto è amarlo, quando a noi tocca a fare a modo di lui; acquiescere illi, patire infermità, patir disonori, patir discapiti, patir desolazioni ancora perpetue. E pure questa è la volontà sua, che non manchici da patire, né altro in buon linguaggio gli dimandiamo quando diciamo: «Fiat voluntas tua. — Sia fatta la vostra volontà ». Perché la volontà sua è, che noi siamo santi: «Haec est voluntas Dei, sanctificatio vestra. — Questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione » (Prima lettera ai Tessalonicesi 4, 3); e niuno sarà mai santo per altra via, che per quella dei patimenti: «Omnes qui placuerunt Deo, per multas tribulationes transierunt. — Tutti quelli, che piacquero a Dio, passarono per molte tribolazioni » (Giuditta 8, 23).

II.

Considera, che questa conformità vuol essere assai perfetta. Però chiamasi acquietamento. Non già perchè in noi debba la parte inferiore necessariamente star quieta anch’essa ma perché deve star quieta la superiore. Si deve acquietare la volontà, e si deve acquietare l’intelletto. In molti la volontà si acquieta più presto, ma non così l’intelletto; perchè talvolta sembra loro assai strano, che Dio gli tratti in quella maniera; nè sanno finir di credere, che il meglio ad accadere per loro sia quel che accade. Se tu fai così, non ti acquieti almeno pienamente, e però non bisogna che ti lusinghi, non sei fedele: «Fideles in dilectione acquiescent illi. — Quelli, che son fedeli, si acquieteranno al suo volere ».

III.

Considera, che questa piena conformità nel voler Divino, è quella, che più di tutto dà quiete all’anima. E però ancora il conformarsi, si nomina un acquietarsi. Infimo a tanto, che tu vorrai tirare a te la volontà del Signore, o di chi ti governa in suo luogo, non finirai di star quieto: allora ti quieterai, quando lascierai, che il Signore, o chi in luogo suo ti governa, tiri a sè la tua; e però dagli una volta una totale disposizione di te: «Acquiesce igitur ei, ti dirò con Giobbe, et habeto pacem. — Acquietati dunque al suo volere, e avrai pace » (Giobbe 22, 21).

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