La Manna dell’Anima - Lectio divina - P. Paolo Segneri

SETTEMBRE

 

XV. GIORNO

Obblighi de’ superiori.

« Sic luceat lux vestra coram hominibus, ut videant opera vestra bona, et glorificent Patrem vestrum, qui in Coelis est. — Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, onde veggano le vostre buone opere, e glorifichino il vostro Padre, che è ne’ Cieli » (Vangelo di Matteo 5, 16).

 

I.

Considera, che questo avviso fu in primo luogo indrizzato da Cristo a tutti gli Apostoli, e con essi egualmente a tutti coloro, i quali dovevano di mano in mano sottentrare agli Apostoli nell’uffizio, o della prelatura, o della predicazione. E però a questi egli disse, che la lor luce, cioè la loro dottrina, risplendesse di modo davanti agli uomini, che si vedesse andare unita con opere non difformi, e così desse a ciascun sempre occasione di lodar Dio : Sic luceat lux vestra coram hominibus, ut videant opera vestra bona, cioè esse bona, et glorificent Patrem vestrum, qui in Caelis est. Che per luce intendasi apertamente la Dottrina Evangelica, non ha dubbio : « Nunc ego mitto te — Ora io ti mando », così ad un Paolo fu detto già dal Signore, « aperire oculos eorum — ad aprire i loro occhi », cioè « infidelium, ut convertantur a tenebris ad lucem — degl’infelici, affinchè si convertano dalle tenebre alla luce » (Atti degli Apostoli 26, 18). Or quando a questa sì chiara luce apparisce, che chi la sparge sui popoli, pone ancor egli in pratica ciò che dice, oh come tutti unitamente si accendono a lodar Dio! Ma quando apparisce il contrario, oh come tutti piuttosto si scandalizzano, quasi che veggasi condannare con l’opere a un tempo stesso quella dottrina, che si odono celebrare con le parole ! Nè è maraviglia. Perchè, o una tal dottrina è possibile a porsi in esecuzione da uomini lavorati di creta molle, o non è possibile. Se non è possibile, perchè dunque s’insegna? Se è possibile, perchè dunque chi insegnala, non l’adempie? Così discorrono i popoli, e un tal discorso, qualunque egli si sia, ha forza così gagliarda nelle lor menti, che vogliono piuttosto operare anch’essi, come opera il loro ammaestratore, che operare com’egli parla. Però dice il Salmo : « Peccatori aulem dixit Deus: quare tu enarras justitias meas, et assumis testamentum meum per os tuum? — Al peccatore disse Iddio : perchè annunzi tu i miei comandamenti, ed hai nella tua bocca la mia alleanza? » (Salmo 50, 16). Non dice « Poenitenti — Al penitente » ; perchè chi si è ravveduto può predicare con fervore grande, anzi deve, affine di compensar quelle offese, ch’ha fatte a Dio, con quell’ossequio che gli procaccia dagli altri; ond’è che in tale stato a Dio disse Davidde : « Docebo iniquos vias tuas. — Insegnerò le tue vie agli iniqui » (Salmo 51, 15). Nè dice : « Peccanti — A chi pecca » ; perchè chi cade talor per fragilità, non subito ha da lasciar la predicazione, quasi a lui disdicevole; ma piuttosto dalla sua stessa predicazione ha da prendere nuove forze a risorgere virilmente, e a dimostrare, che di quel farmaco che porge agli altri, sa formar cura utile ancora a sè : « De fructu oris viri replebitur venter ejus. — Le viscere dell’uomo si empieranno de’ frutti della sua bocca » (Proverbio 18, 20). Ma dice « Peccatori — Al peccatore » ; perchè chi di proposito vive male, ha una obbligazione strettissima di star cheto; altrimenti qual dubbio, che quanto meglio dirà, tanto farà peggio, perchè tanto più egli mostrerà di tenere quasi in conto di favola quella Legge, che dichiara sì bene, e sì male osserva. Sei tu in istato di dare altrui dei precetti? Ecco il gran debito, a cui tu pur sei tenuto; a vivere come parli : Sic luceat lux vestra coram hominibus, ut videant opera vestra bona, et glorificent Patrem vestrum, qui in Caelis est. Non già ricerca qui Cristo da chiunque predica, opere tutte di singolar perfezione, perchè ciò sarebbe un voler turare la bocca ad innumerabili. Ma se non le richiede perfette nel loro genere, le richiede almen buone, non convenendo che chi riprende altri, sia degno di riprensione.

II.

Considera, che in secondo luogo indirizzò il Signore questo suo avviso a tutti coloro, i quali portano il nome di Cristiano, e molto più di Religioso, o di Regolare, o di altro consagrato con modo più speciale al divin servizio; e a tutti impose di procedere in modo, che ad un nome sì splendido, qual è questo, corrispondano i fatti, non solo dinanzi a Dio, ma dinanzi agli uomini: affinchè gli uomini prendano indi tanto più vivo argomento di lodar Dio: Sic luceat lux vestra coram hominibus, ut videant opera vestra bona. et glorificent Patrem vestrum, qui in Caelis est. Che al nome di Cristiano si adatti il titolo così bello di luce, è cosa assai manifesta nelle Scritture: « Eratis aliquando tenebrae, nunc autem lux in Domino. — Eravate una volta tenebre, ora siete luce nel Signore » (Lettera agli Efesini 5, 8). Ma che vale un tal nome a tanti, ed a tanti, se poi da esso le opere son discordi? Chi vede ciò, non può far altro, che calunniar quella Legge ch’essi professano. Però ai Cristiani fin dai principii della Chiesa nascente fu sempre inculcato tanto non solo l’esser buoni, ma il dimostrarsi : « Modestia vestra nota sit omnibus hominibus. — La vostra modestia sia nota a tutti gli uomini » (Lettera ai Filippesi 4, 5). Fu fatto ciò, perchè altrimenti le accuse date al loro nome, ridondano incontanente ad onta di Cristo. Laddove quando chiaramente apparisce l’integrità d’ogni loro azione, convien che chiunque pone il guardo in figliuoli sì costumati, ne lodi il Padre; che però disse qui Cristo sì espressamente : « Ut videant opera vestra bona, et glorificent Patrem vestrum, qui in Caelis est — Onde veggano le vostre buone opere, e glorifichino il vostro Padre, che è ne’ Cieli ». Non « Deum vestrum — Il vostro Dio », ma « Patrem vestrum — Il vostro Padre », per inferire l’obbligo stretto ch’hanno tutti i Cristiani di fare onore coi lor costumi ad un Padre di tanto merito. Ecco pertanto ciò che il Signore ha singolarmente preteso con questo detto : vietar lo scandalo, anzi animar tutti a dar buona edificazione; sì però che una tal edificazione non si dia per motivo di gloria propria, ma di gloria divina; che però egli non disse « ut glorificent vos — onde glorifichino voi », ma « ut glorificent Patrem vestrum — onde glorifichino il vostro Padre ». Hai tu sì retta intenzione nel tuo operare? Se non l’hai, sei Figliuolo per verità troppo irragionevole, e troppo ingrato, che però nel dì del Giudizio meriterai di venir condannato da quei tre Gentili, figliuoli già di un tal Diagora Rodio, i quali essendo per le loro prodezze inghirlandati dal popolo sulla piazza dei giuochi Olimpici, tutti e tre di accordo si tolsero le ghirlande dal capo loro, e le posero su quello del loro Padre colà presente. Che se tu ami un esempio proprio di luce, piglialo dalle stelle di cui sta scritto, che « vocatae sunt, et dixerunt: adsumus — furono chiamate ( a comparir tra le tenebre) e risposero : siam qui » ; tanta fu la lor prontezza : « et luxerunt ei cum jucunditate, qui fecit illas — e con gioia risplenderono a lui, che le creò » (Baruc 3, 35). Non « luxerunt sibi — risplenderono a sè », ma « ei — a lui », perchè qui consiste l’ossequio.

III.

Considera come alcuni sono tanto lontani da sì pio senso, ch’anzi si abusano di questo detto di Cristo, a titolo di onestar la loro albagia : perciocchè ne apprendono solo la prima parte : « Sic luceat lux vestra coram hominibus, ut videant opera vestra bona — Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, onde veggano le vostre buone opere », e ne lasciano l’altra : « Et glorificent Patrem vestrum, qui in Caelis est — E glorifichino il vostro Padre, che è ne’ Cieli ». Però tu scorgi che non sanno mai fare punto di bene, senza ostentarlo a segno tale, che non doneranno alle Chiese, neppur un Calice di valor dozzinale, non presenteranno una pianeta, non porgeranno un paliotto, senza volere fregiare il tutto con l’arme di casa loro : e così in ogni altra occorrenza, col ben che fanno, procureranno attentamente di unire quel più di gloria, che ne può risultare, non al nome Cristiano, ma al nome proprio, che fanno da per tutto anche splendere vanamente, o su dorati metalli, o su duri marmi. Giacchè però questi attengonsi puramente alla prima parte di questo detto di Cristo, nè vogliono passar oltre, si contentino almen d’ osservar bene, come ivi parlasi. Si dice, è vero, « Sic luceat lux vestra coram hominibus, ut videant opera vestra bona — Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, onde veggano le vostre opere buone », cioè « ut videant opera vestra esse bona — onde veggano che le vostre opere son buone » ; ma non si dice, « ut videant opera bona esse vestra — onde veggano che le buone opere sono vostre ». Che dunque più cercar altro a lor confusione? E posto ciò, hai bensì tu da porre tutto il tuo studio, affinchè scorgasi, che le opere tue sono buone; ma non l’hai da porre, affinchè scorgasi, che le suddette buone opere sono tue. Sono questi due studi differentissimi. Il primo è più sicuro dall’ambizione, il secondo l’è più soggetto : perciocchè il primo porge a tutti occasione di lodar Dio, il secondo di lodar te. Dissi di lodar te, perchè oggidì troppo il linguaggio degli uomini è pervertito. Una volta, se rimiravasi un uomo santo restituire, per cagion di esempio, la vista a un cieco, tutti unitamente mettevansi a lodar Dio : « Omnis plebs, ut vidit, dedit laudem Deo. —Tutto il popolo, veduto ciò, diede lode a Dio » (Vangelo di Luca 18, 43). Oggi per contrario si metton tutti più facilmente ad esaltare quell’uomo santo, perchè non si vuol più intendere vivamente, che di tutto il ben nostro l’Autore è Dio : « Omne datum optimum, et omne donum perfectum desursum est. — Ogni buon dato e ogni perfetto dono viene di sopra » (Lettera di Giacomo 1, 17). E però conviene oggi andare assai lentamente, quando non solo noi vogliam dimostrare, che le nostre opere sono buone, ma che di più sono nostre. E’ vero, che ciò non si dee il più delle volte dissimulare avvedutamente, perchè sarebbe un voler porre la fiaccola sotto il moggio, contro a ciò che Cristo disapprovò, quando disse : « Nemo accendit lucernam, et ponit eam sub modio, sed super candelabrum, ut luceat omnibus qui in domo sunt. — Niuno accende la lucerna e la mette sotto il moggio, ma sopra il candelliere, affinchè faccia lume a tutta la gente di casa » (Vangelo di Matteo 5, 15). Ma nemmen dee affannosamente ostentarsi, perchè ciò sarebbe un voler porre la fiaccola, non solo sul candelliere, ma ancora sugli occhi di chi non cerca, o non curasi di mirarla. E questo è ciò, che sembra spesso pretendersi da costoro, i quali con le loro, o insegne, o iscrizioni, vogliono da per tutto lasciar memoria d’ ogni poco di bene ch’ han fatto al Mondo : pretendono d’esser quasi mirati a forza; il che da Cristo non fu mai consigliato; che però ancora egli disse : « Sic luceat lux vestra coram hominibus, ut videant opera vestra bona — Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, onde veggano le vostre buone opere », non « ut cogantur vedere — onde sieno sforzati a vedere ». Quindi è, che alcuni Predicatori Evangelici son talora trascorsi con ardor grande a riprendere un tal costume, pur ora addotto, ancorchè oggi egli sia già nella Chiesa sì universale. Non l’han ripreso, perchè assolutamente sia disdicevole lasciare ai posteri qualche onorata memoria del ben già fattosi dai lor pietosi antenati; ma l’han ripreso, perchè spesso non lasciasi tal memoria a cagion del bene, il qual si è fatto per altro fine più santo, ma si fa il bene per lasciarne memoria. Vero è, che non è sì facile a diffinire quando sia meglio occultare il bene che si opera, e quando non l’occultare. E però a ciò consagrerai la futura Meditazione: giacchè il saperlo giova molto a procedere in ogni affare con quella libertà di spirito, senza cui difficilmente mai si opera con diletto.

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