La Manna dell’Anima - Lectio divina - P. Paolo Segneri

SETTEMBRE

 

XIV. GIORNO

L’Esaltazion della Croce.

Sopra l’Esaltazione di Santa Croce.

« Et ego, si exaltatus fuero a Terra, omnia traham ad meipsum. — Ed io, quando sarò alzato da Terra, trarrò a me ogni cosa » (Vangelo di Giovanni 12, 32).

 

I.

Considera, che uso assai proprio delle Scritture Divine è stato il dire: « omnia — ogni cosa », quando han voluto significare « Omnes hoinines — Tutti gli uomini ». Così in un luogo si legge: « Omne quod dat mihi Pater, ad me veniet —Verrà a me tutto quello, che il Padre dà a me » (Vangelo di Giovanni 6, 37), cioè « Omnis homo —Ogni uomo ». E in un altro : « Conclusit Deus omnia sub peccato. — Dio tutto chiuse sotto il peccato » (Lettera ai Galati 3, 22). E in un altro : « Ut omne quod dedisti eis, det eis vitam eternam — Affinchè egli dia la vita eterna a tutto ciò, che a lui ha consegnato » (Vangelo di Giovanni 17, 2), quasi che l’uomo sia come un piccolo tutto. E però quando qui odi che Cristo dice: « Et ego, si exaltatus fuero a Terra, omnia traham ad meipsum — Ed io, quando sarò levato da Terra, trarrò a me ogni cosa », sappi, che per la parola « omnia — ogni cosa », non vuole esprimere propriamente le figure del Testamento vecchio : o le profezie, o i prodigi, o gli elementi commossisi alla sua morte, come alcuni Santi dottamente per altro hanno interpretato; nè vuole esprimere tutti soli i generi di uomini differenti, omnia genera hominum, quali sono Giudei, Greci, Romani, ed altri sì fatti; ma vuole esprimere per verità tutti gli uomini in individuo, omnes homines, e così chiaro apparisce dal testo suo originale, in cui si leggono tali termini espressi. Ma come mai si verifica, che il Signore morendo in Croce, abbia tirati tutti gli uomini a sè nel modo ora detto, cioè ancora individualmente? Questo è quello che ora tu devi cercar d’intendere per cavare da ciò quelle conseguenze, che senza dubbio ridondano a tuo gran pro : e però prega il Signore, che si degni di fartelo bene intendere.

II.

Considera come Cristo con la sua morte (detta da lui esaltazione, per più rispetti notati al terzo di Maggio, ma specialmente, perchè dovea succedere da luogo alto, qual era un tronco di Croce) asserì che avrebbe tirati a sè tutti gli uomini in individuo, omnes homines, perchè spogliato il demonio del Principato che godea già sopra d’ essi, ed investitone Cristo come si disse nella precedente Meditazione, veniva per conseguenza, che dovevano tutti ancora in in dividuo spettare a Cristo, se non di fatto (mercè la contumacia di assai di loro) almen di ragione. Questa è la risoluzione del premesso dubbio. Par tuttavia qui difficile a capir bene, come Cristo con termini così franchi si gloriasse di dover trarre tutti gli uomini a sè, mentre tanti dovevano ripugnare, benchè per loro elezione, di non andarvi, e conseguentemente sarebbono da lui stati meritati sì bene, ma non già tratti. Contuttociò poni mente, e vedrai che Cristo ha parlato in ogni rigore di verità. Tutti gli uomini si ripartiscono, com’è noto, in due schiere. Alcuni divoti a Cristo, alcuni indivoti. Non vi son altri di mezzo. Dei divoti disse Cristo il vero, dicendo che in virtù della sua morte gli avrebbe tirati a sè, perchè in virtù della sua morte gli dovea tutti rendere suoi seguaci. E disse il vero, dicendolo parimente degl’indivoti, perchè in virtù della sua morte medesima doveva almen tutti renderli a sè soggetti il dì del Giudizio, con farseli palpitanti venire a’ piè, non come seguaci (che non sarebbono giammai degni di tanto) ma come rei strascinati da manigoldi : « Omnes enim stabimus ante tribunal Christi — Perocchè tutti compariremo davanti al Tribunale di Cristo », (Lettera ai Romani 14, 10), non solo « omnes — tutti » in genere, ma « omnes — tutti » in individuo : « scriptum est enim: Vivo ego, dicit Dominus, quia mihi flectetur omne genu. — Poichè sta scritto; vivo io, dice il Signore, a me piegherassi ogni ginocchio » (Lettera ai Romani 14, 11). Non può negarsi ch’egli operando così, tirati avrebbe gli uni a sè per amor, gli altri per forza. Ma ciò che vale? Gli avrebbe, ciò non ostante, veracissimamente tirati tutti : « Ad te omnes caro veniet. — Verranno a te tutti gli uomini » (Salmo 65, 3). Ma oimè che generi di tirar differenti son questi due! Tu pertanto rientra qui opportunamente in te stesso, e rimira un poco, se ti è giovevole star mai lontano da Cristo. A’ suoi piedi Una volta ti hai da ridurre; o per amore, come hai sentito, o per forza; o qual seguace, o qual reo; qui non si dà scampo. E tu piuttosto vorrai lasciarti là strascinare da reo, che corrervi da seguace? Oh che mal consiglio! Piuttosto di’ sempre a Dio, di voler prima morire, che sottoporti ad essere mai tirato in sì brutta forma: « Ne simul trahas me cum peccatoribus, et cum operantibus iniquitatem ne perdas me. — Non mi trarre co’ peccatori, e non mi perdere con quelli, che commettono l’iniquità » (Salmo 28, 3). « Netrahas, vocando ad judicium — Non mi trarre, chiamandomi al giudizio »; « ne perdas, condemnando finaliter judicio —non mi perdere, condannandomi nel finale giudizio ».

III.

Considera come adesso, ch’hai bene intesa una simile spiegazione, ti par più vero, che Cristo tiri a sè quegli stessi, che dopo la sua morte rimangono a lui indivoti, che non quegli altri, che gli son divotissimi. Perciocchè questi non son tirati a mirar bene; vi vanno : tirati son quei che han bisogno di essere strascinati, come sarà dei malvagi al dì del Giudizio. Ma nemmeno in ciò tu ti apponi. Perchè quantunque tirati sieno per verità gli uni, e gli altri; contuttociò più giustamente può dirsi che sian tirati (tutto che nobilmente) quei che van per amore, che non quegli altri, i quali vanno per forza : e la ragion è, perchè quei che van per amore, assecondano l’impeto più possente, che sia fra tutti, ch’è quel del proprio volere : « Trahit sua quemque voluptas. — Il proprio diletto attira chiunque ». Devi però qui osservare, che gli uomini non si tirano come i bruti; si tirano con maniere proporzionate allo stato loro, cioè allo stato di liberi : che però dove dice Dio, « in funiculis Adam traballi eos io li trarrò co’ vincoli d’Adamo », leggono altri, « in funiculis hominum — co’ vincoli proprii degli uomini » ; cioè « in iis funiculis, in quibus attraxi mihi Abraham, Isaac, Jacob, etc. — con que’ vincoli, con cui trassi a me Abramo, Isacco, Giacobbe, ecc. », che fu sempre « in vinculis charitatis — co’ vincoli della carità » (Osea 11, 4). Queste maniere poi non ha dubbio che sono molte, ma finalmente si riducono a tre. A forza di persuasione, a forza di benefizi, e a forza di simpatia. E di tutte tre queste maniere, che sono veementissime, si valse appunto Cristo mirabilmente sulla sua Croce, aflin di trarre tanto di uomini a sè : benchè egli in vero le accalorasse di molto con la virtù interiore di quella grazia, che sol da lui si può dare. La prima forma di tirar gli uomini è a forza di persuasione : la quale è doppia. Altra è con le parole, ed altra è con le opere. Chi sa persuadere con le parole, si tira subito, con una dolce violenza, a migliaia a migliaia le genti a sè. E molto più se le tira chi sa persuadere ancora con le opere, che sono come un linguaggio da tutti inteso : « Loquere cum orni imperio. — Parla con ogni autorità » (Lettera a Tito 2, 15). La seconda è a forza di benefizi; che pure si divide fra due : di benefizi già fatti, e di benefizi che si hanno a fare. A forza di benefizi già fatti, vien la gente tirata da gratitudine : e a forza di benefizi che si hanno a fare, vien più ancora tirata per interesse : « Qui dat munera, animam aufert accipientium. — Chi usa liberalità, rapisce il cuore di chi riceve » (Proverbio 22, 9). La terza finalmente è a forza di simpatia, la qual è doppia ancor ella. Una più larga, ed è quella simpatia, la qual nasce da simiglianza : mentre ogni simile appetisce il suo simile : « Omnis homo simili sui sociabitur. — Ogni uomo si unirà col suo simile » (Ecclesiastico o Siracide 13, 20). Un’altra più stretta, ed è quella che viene da una tale intima inclinazion naturale, quale è quella, che hanno le paglie al l’ambra, il ferro alla calamita, le fiamme al Cielo, e le cose tutte ai lor centri, dov’esse vanno di certo con maggior impeto da se stesse, di quel che possano andare in ogni altra parte a forza di funi: « Descenderunt in profundum quasi lapis. — Piombarono nel profondo qual pietra » (Esodo 15, 5). Ora se vuoi saper più distintamente come abbia Cristo tirati a sè dalla Croce tanti seguaci, e veramente tiratili, pondera tutte le tre maniere ora dette. I. Gli ha tirati a forza di persuasione, perchè alla predicazione con la qual prima avea per così dire incantati di modo molti, che non sapevansi distaccare da lui per udirlo : « Domine, ad quem ibimus? Verba vitae aeternae habes. — Signore, a chi andremo noi? Tu hai parole di vita eterna » (Vangelo di Giovanni 6, 69) aggiunse l’esempio, morendo nudo su un tronco fra due ladroni, con tanta umiltà, con tanta pazienza, con tanta pace, con tanta rassegnazione, che innamorò di sè fino i suoi carnefici, che dal Calvario calavano sì diversi da quei che v’erano ascesi: « Percutientes pectora sua revertebantur. — Se ne tornavano indietro picchiandosi il petto » (Vangelo di Luca 23, 48). II. Gli ha tirati a forza di benefizi di benefizi passati, e di benefizi futuri. Di passati, avendogli sciolti dalla schiavitudine dell’inferno : « Congregabo illos, quia redemi eos — Li radunerò, perchè li ho riscattati » (Zaccaria 10, 8) e di futuri, avendo loro aperte le porte del Paradiso : « Donum bonum tribuam vobis; legem meam ne derelinquatis. — Un buon dono farò io a voi; guardatevi dall’abbandonare i miei precetti » (Proverbio 4, 2). III. Gli ha tirati finalmente anche a forza di simpatia; perchè sulla Croce si è dato Cristo a conoscere veramente per uomo e Dio : mentre come uomo ha tollerata la morte, e come Dio ne ha trionfato. Però qual uomo ha tirato gli uomini a sè con la simpatia più leggiera, ch’è quella la qual provien dalla simiglianza. E qual Dio ha tirati gli uomini a sè con quella simpatia tanto vigorosa, la qual conduce le cose diritto al centro. Conciossiachè, se altro centro non hanno i cuori degli uomini, che Dio solo; com’esser può, che il conoscano, e non lo curino? Che se tutte queste tre forme sì nobili di tirare ancora ad una ad una son tanto valide, lascio giudicare a te che saranno congiunte insieme. E pure congiunte insieme le ha usate Cristo, e le usa, e le userà sino alla fine del Mondo, a pro di coloro, che con occhio di fede si fisseranno a mirarlo sulla sua Croce. E posto ciò non parlò egli benissimo, quando disse : « Et ego, si exaltatus fuero a Terra, omnia traham ad meipsum — Ed io, quando sarò alzato da Terra, trarrò a me ogni cosa »? Che sarebbe però, se nondimeno non gli riuscisse finora con alcuna di queste forme di tirar te? Se non cedi alle sue parole, cedi agli esempi. Se non cedi agli esempi, cedi ai benefizi: a quegli che ti ha fatti, e a quegli che ti è per fare. Se non cedi ai benelizi, cedi almeno a quel sommo istinto, che da sè solo ti dovrebbe abbastanza portare a lui, non solamente perchè egli è simile a te, ma di più ancora perchè in lui solo, come in tuo centro, avrai pace : «Haec locutus sum vobis, ut in me pacem habeatis; in Mundo pressuram habebitis. — Tali cose io vi ho dette, affinchè in me abbiate pace; nel Mondo (che è fuori del centro) sarete angustiati » (Vangelo di Giovanni 16, 33). Che se pure a nessuna di queste cose pigliate distintamente finora sai cedere, cedi a tutte e tre unite insieme.

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