La Manna dell’Anima - Lectio divina - P. Paolo Segneri

FEBBRAIO

XIII. GIORNO

Come debba trattarsi il nostro corpo.

 

« Qui delicate a pueritia nutrit servum suum, postea sentiet eum contumacem.Chi dilicatamente nutrisce il suo servo fin dall’infanzia, lo proverà poi contumace » (Proverbi. 29, 21).

 

I.

Considera, che questo servo è il tuo corpo. Però ecco qual regola hai da tenere nel governarlo : l’hai da trattar come servo; ch’è quanto dire, l’hai da nutrire, ma non con dilicatezza. Se non lo nutrisci, langue: ma se lo nutristi con dilicatezza, imperversa. Vero è, che quel nutrimento medesimo, che gli dai, non glie l’hai da dare se non per questo medesimo, perchè si porti teco da servo, perchè vegli, perchè viaggi, perchè fatichi, perchè poi tutto s’impieghi a pro del tuo spirito. Ma quante volte l’hai tu nutrito, senz’aver altra intenzione, che di nutrirlo? Non è ciò far da padrone. Mostrati tale. E però quando bisogna, fa che il tuo corpo ricordisi, ch’egli è servo: se patisce freddo, se patisce fame, pazienza. Non è ciò debito alla sua vil condizione?

II.

Considera il danno grande, che ti verrà, se tu lo allevi con troppa dilicatezza. Lo sperimenterai contumace: senties contumacem, ch’è quanto dire, ricalcitrante, ritroso, disubbidiente. Che confusione è la tua, quando, comandando al tuo famiglio domestico qualche cosa, egli non tema in pubblico di risponderti, che non la vuol eseguire? Tal confusione avrai pur tu dal tuo corpo. Non ti sarà già contumace nell’atto, che l’accarezzi; anzi in quell’ atto ti prometterà cose grandi. Dirà, che se tu gli fai quel buon trattamento, tanto meglio potrà faticar per te: che ti somministrerà più di spiriti all’orazione, che veglierà, che viaggerà, che farà per te quanto vuoi. Ma non gli credere; che ti sarà contumace: non in quell’atto: dipoi, postea: quando poi vorrai metterlo alla fatica, la ricuserà arditamente. Non ti lasciar mai però da lusinga alcuna condurre ad accarezzarlo. Così t’insegnano i Santi.

III.

Considera, che questo accarezzamento è specialmente pregiudiciale nel fior della giovinezza: a pueritia. Perchè se nella vecchiaia, quando il tuo corpo ha già faticato assai, tu gli usi qualche maggior amorevolezza, non ne puoi temer tanto male. Così costuma un padron discreto col servo, che tiene in casa già da molti anni: è con esso lui più pietoso. Questa diversità però sempre passa tra il corpo, e tra gli altri servi, che verso gli altri non milita quell’amor sì sregolato, che milita verso il corpo, l’amor proprio: e però in dubbio la virtù vuole, che con gli altri servi sii più benigno, che rigoroso; col corpo, che tu sii rigoroso più che benigno.

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