La Manna dell’Anima - Lectio divina - P. Paolo Segneri

GIUGNO

 

X. GIORNO

La santità è possibile a chiunque, perché dipende dalla Fede.

 

«Omne, quod natum est ex Deo, vincit mundum; et haec est victoria, quae vincit mundum, fides nostra.— Ogni genere de’ figli di Dio vince il mondo; perchè questa vittoria, che vince il mondo, è la nostra fede » (Prima lettera di Giovanni 5, 4).

 

I.

Considera, che quando qui l’Apostolo dice: « Orane, quod natum est ex Deo, vincit mundum — Ogni genere de’ figli di Dio vince il mondo », non intende per omne ogn’uom fedele; ma sì bene ogni genere, omne genus hominum. Non dice « omnis qui natus est ex Deo — ogni figlio di Dio »; perchè se dicesse così, non direbbe il vero. i bambini, ricevuto che hanno il battesimo, sono già figliuoli di Dio, con che se muoiono, vanno subito anch’essi a godere in Cielo l’eredità dovuta a’ figliuoli, e contuttociò non vincono il Mondo, anzi neppure sono ancor atti a vincerlo in tale stato, mentre neppure sono ancor atti a combattere. E però non dice l’Apostolo « omnis qui natus est ex Deo vincit mundum — ogni figlio di Dio vince il mondo », come altrove dice in due luoghi, « omnis qui natus est ex Deo non peccat — ogni figlio di Dio non pecca », ma dice « omne — ogni genere », perchè ciò si scorge verissimo. Guarda qual genere piace a te di fedeli, ancora più basso, è atto a vincere il Mondo, e ancora lo vince. Sacerdoti, Laici, Letterati, Ignoranti, Principi, Popolari, Bifolchi, Servi, Soldati, Cortigiani, Vergini, Vedovi, Maritati, no’l vincono forse tutti? Non lo vincono tutti quegi’ individui, che si contengono in questi generi, omnes homines horum generum; ma lo vincono tutti quei generi in cui sono contenuti questi individui; omne genus horum hominum, perchè non v’è grado alcuno in cui non si contino ancora molti arrivati alla santità, col mettersi tutto il Mondo gloriosamente sotto i lor piedi, e con calpestarlo. Che scusa hai dunque tu, se non ti fai santo? Vuoi dar la colpa al tuo stato? Dalla a te stesso perchè nel resto volle a tal effetto il Signore, che Noè nell’Arca accogliesse con fatica immensa ogni genere di Animali (quantunque di tal genere più, di tal altro meno) per dimostrare, che niun genere d’ uomini vien escluso dalla salute, benché non tutti l’ottengano in egual numero.

II.

Considera qual sia la ragione, che qualunque genere di uomini Cristiani abbia vinto il Mondo, e tuttora lo vinca con somma gloria. La ragion è, perchè quello che vince il mondo, ed è comune a tutti, è la Fede : Et haec est victoria, quae vincit mundum, fides nostra. La particella « et — e » equivale in questo luogo a quella di « quia — perché », come avviene in altre delle divine Scritture, che s’incontrano ad ogni passo. E così vuol dire: « Omne genus hominum, quod natum est ex Deo, vincit mundum, quia haec est victoria, quae vincit mundum, Fides nostra. — Ogni genere de’ figli di Dio vince il mondo, perchè questa vittoria, clie vince il mondo, è la nostra Fede ». Quello che vince il Mondo non è il sesso, non è l’indole, non è l’inclinazione, non è il sapere, non è il coraggio, non è il conoscimento, è la Fede, e di questa ognun può armarsi. Con questa Fede poi vincono il Mondo i Fedeli in doppia maniera. Alcuni lo vincono soggettandolo : « Conculca, anima mea, robustos. — Calpesta, anima mia, i forti » (Giudici 5, 21). E a questa vittoria sono egualmente tenuti tutti, perchè tutti hanno da tenere il Mondo soggetto all’onor divino. Vadane ciò che si vuole; qualor si tratti di alcuna offesa di Dio, non ha da curarsi neppure un intero Mondo, ma subito si ha da mettere sotto i piedi. Altri lo vincono abbandonandolo, per seguitare quel Signor, che gli chiama a più eccelsa vita : Sustollam te super altitudines terrae (Isaia 58, 14). Ed a questa non tutti sono obbligati, perchè questa è vittoria de’ più perfetti; e così non solo è vittoria, ma ancor trionfo. Tu in qual maniera lo vinci? Piaccia a Dio, che piuttosto non ti lasci ognor da. lui vincere bruttamente.

III.

Considera, che cosa sia questo Mondo, che tanti vincono in virtù della Fede. E’ l’aggregato di quei tre celebri mali, che tanto signoreggiano il cuor dell’uomo; l’amore al diletto, l’amore al danaro, l’amore alla gloria falsa : « Omne quod est in mundo concupiscentia carnis est, et concupiscentia oculorum, et superbia vitae. — Tutto quello ch’è nel mondo, è concupiscenza della carne, e concupiscenza degli occhi, e superbia della vita » (Prima lettera di Giovanni 2, 16). Chi vince questi tre amori, ha già vinto il mondo, e questi vince la Fede. Guarda come in qualunque genere d’uomini Cristiani troverai innumerabili, che n’hanno riportate vittorie non solo esimie, ma prodigiose. Quale stato più lontano dal vincere l’amore al diletto di quello de’ Coniugati? E pure in quello de’ Coniugati si trovano ancor di molti ch’han superati in purità gl’istessi Angeli; perchè gli Angeli « neque nubunt, neque nubentur — nè si ammogliano. nè si maritano » (Vangelo di Matteo 22, 30). Questi « nupserunt — si ammogliarono », e contuttociò furon Angeli. Qual più lontano dal vincere l’amore al danaro di quel de’ Ricchi? e pur tra’ Ricchi, come predisse Isaia, si sono ritrovati di molti, che vissero da mendici : « Leo quasi bos comedet paleas. — I1 lione mangiò paglia qual bue » (Isaia 11, 7). Non per avanzare, come fanno gli avari, ma per donare in più copia. Qual più lontano dal vincere la superbia della vita di quello dei Letterati? E pur in quello de’ Letterati anche furono di moltissimi, i quali posti sul candeliere ne scesero, e da se stessi si ascosero sotto il moggio. Ma tuttociò come hanno fatto? A forza di fede. La fede insegna, che quel ben che si vede, tutto è ben falso; che vero bene è quello, il quale non si vede: Quae enim videntur temporalia sunt, quae non videntur aeterna (Seconda lettera ai Corinzi 4, 18); e così essi, sprezzando quel che si vede, anelarono a quello, che non si vede, e con ciò vinsero tutti e tre questi amori, i quali sono di beni soggetti ai sensi. Tu gli vuoi vincere? questo pure hai da fare : armarti di fede: Resistite fortes in fide (Prima lettera di Pietro 5, 9). Altrimenti o quanto sarà facile, che piuttosto tu cada vinto da essi! Questi tre amori sono quelle tre lance, con cui l’infernal Gioab trapassa il cuore ad ogni incauto Assalonne per dargli morte. Se tu vuoi salvarti da esse va sempre armato, non depor mai la corazza. E qual è questa? la Fede: Induite loricam Fidei (Prima lettera ai Tessalonicesi 5, 8).

IV.

Considera, che qualunque fede non è bastevole a riportare quella vittoria, di cui qui l’Apostolo parla, ma solo una fede, qual era appunto la sua, fides nostra, cioè una fede, la quale sia vera, e viva. Tutti gli Eretici vantano anch’essi la fede, ma che fede è quella? è fede che non toglie la infedeltà, ma che la ricuopre, e però non è fede vera. Questa fede al certo non vince. E così guarda un poco, quali trionfi mai riportò l’Eresia dall’infido Mondo? Nessuno, anzi sempre fu trionfata. Conciossiachè, se si osserva, non v’è Eresia, che non sia stata generata da alcuno di quei tre amori. E taluna anche talvolta da tutti e tre, come parto più mostruoso. Tal è stata a’ secoli nostri quella di Arrigo ottavo Re d’Inghilterra, in cui nel tempo stesso si unirono a trionfare di un petto regio la concupiscenza della carne, nelle nozze incestuose, ch’egli non temè celebrare solennemente con la sua druda; la concupiscenza degli occhi, nel saccheggiamento, ch’ei fece delle Badie, delle Chiese, de’ Chiostri, de’ sacri Altari; la superbia della vita nel Primato, ch’ei si arrogò sopra il Vaticano. E di una tal fede può dirsi, che vinca il Mondo? Non può mai vincerlo, mentre non è fede vera: «Heac est victoria quae vincit mundum fides nostra. — La vittoria, che vince il mondo, è la nostra fede ». Ma la nostra medesima, benchè vera, non potrà vincerlo, se non è ancor fede viva, cioè operante. E come tale non può mai stare nè senza la speranza, nè senza la carità. Perciocchè l’ordine è questo : La fede ci fa conoscere che il nostro bene è Dio solo; la speranza fa sì, che ci alziamo ad esso; la carità, che gli aderiamo. E quando uno aderisce al suo bene vero, com’è possibile, ch’egli più curi il falso? Tutte e tre queste virtù convien però, che concorrano alla vittoria di tutti e tre quegli amori di sopra detti, ma la vittoria si attribuisce nondimeno alla fede: Haec est victoria quae vincit mundum fides nostra, perchè ella è la capitana, che tira l’altre a seguire la sua milizia. La fede genera la speranza, e la speranza genera la carità: « Abraham genuit Isaac, Isaac autem genuit Jacob. — Abramo generò Isacco, Isacco poi generò Giacobbe » (Vangelo di Matteo 1). Abramo figurò la fede, Isacco figurò la speranza, chi non lo sa? e così Giacobbe figurò parirnente la carità, come colui, che fu forte a lottare col suo Signore, ed a prevalergli, tanto si unì a lui strettamente. E’ vero, che Giacobbe fu poi quegli, il qual generò tutti i Patriarchi minori in così gran numero: come la carità produce l’altre virtù, che son d’ordine meno eccelso delle teologiche; contuttociò tutte queste virtù medesime si attribuiscono principalmente alla fede, come ad Abramo, tutti quei Patriarchi, che furon prole dell’istesso Giacobbe; e così « Pater multitudinis, —Padre di molti », non fu chiamato Giacobbe, fu chiamato Abramo. Figurati dunque, che dalla fede ha da derivare liatimente ogni tua virtù, sia d’ ordine superiore, sia d’inferiore: e però questa procura di radicare altamente dentro il tuo petto: perchè la fede ti darà la speranza, la speranza ti darà la carità, la carità ti darà quante altre virtù tu saprai bramare, e con un esercito, qual è questo, che temi? Qual dubbio c’è, che rimarrai vittorioso del Mondo tutto? E così in questo altro senso ancora è verissimo, che « Omne quod natum est ex Deo vincit Mundum — Ogni genere di figli di Dio vince il Mondo », perchè ogni virtù Cristiana, se intimamente si ponderi, vince il mondo, e contuttociò haec est vittoria, quae vincit mundum, fides nostra, perchè la vittoria si attribuisce principalmente alla Fede.

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