La Manna dell’Anima - Lectio divina - P. Paolo Segneri

DICEMBRE

 

VIII. GIORNO

La Concezione della Vergine.

Sopra l’Immacolata Concezione di Maria Vergine

(Quanto qui è esposto come probabile congettura di convenienza e devozione ora è dogma di fede)

« Sapientict aedificavit sibi domum: excidit columnas septem.— La Sapienza edificò per sè una casa : ella scavò sette colonne » (Proverbio 9, 1).

 

I.

Considera come il sentimento de’ Padri universalissimo è convenuto ad intendere per la Casa, di cui si favella qui, Maria Vergine, eletta già, fin ab eterno, dal Verbo per sua gran Madre. Però nota com’egli parla. Dovendo calare in terra, si pigliò egli senza dubbio una Casa. Ma non pigliossela, come suol dirsi, a pigione; quasi adattando una donna ordinaria, a questo grand’uso d’essergli madre. Anzi se la fece. Che dissi fece? La edificò, aedificavit: cioè la fece, ma non la fece come tutte l’altre cose create, senza quasi studiare a ciò che facesse : « Ipse dixit, et fatta sunt — Egli disse, e furon fatte le cose » : la fece con disegno, con applicazione, con architettura, con regola, aedificavit: et aedificavit a chi? « aedificavit sibi — edificò per sè ». Non la edificò per allogarla a veruno, ma sol per sè, cioè perchè fosse suo ricovero, suo ricetto, e per conseguente Casa anche degna di un Dio : ond’ è che niun altro in casa tale ebbe alloggio; ma siccome il Verbo si fe’ figliuolo di Maria, così volle ancor esser figliuol unico. E non avrà, posto ciò, mirato egli a formarla con tutte quelle perfezioni, prerogative, e vantaggi che potesser renderla a lui più cara? Non v’è monarca il quale, ove trattisi di fabbricare, specialmente di pianta il suo soggiorno reale, perdoni a spesa. E tu potrai giudicar, che diversamente sia poi venuto a procedere il Verbo eterno? Anzi però egli qui comparisce sotto il nome suo di Sapienza, più che d’ogni altro : Sapientia aedificavit sibi domum, perchè s’intenda, che questa singolarmente egli adoperò qual Architetto sovrano, in sì bella fabbrica, tenendo lontan da questa ogni difetto, ogni storpio, ogni sconvenienza : anzi adornandola con sì maestrevoli modi, che si vedesse essere al fine un’opera da lui fatta per mostra del suo sapere. Quando altra canna non avessi tu dunque da misurare i privilegi ineffabili di Maria, ti sia bastevole questa; udire che la Sapienza la edificò, la edificò per Casa sua puramente, non per altrui : Sapientia Ledificavit sibi domum.

II.

Considera, qual principe savia quello, il qual fabbricatosi un sontuoso palazzo, lasciasse che innanzi a lui vi andasse ad abitare un suo traditore, o un rinnegato, o un ribelle, e glielo appestasse col respiro di un alito tanto infame? Anzi sarebbe egli sì lungi dal ciò permettere, che non vorrebbe neppure a mille miglia vedere quel ribaldaccio colà vicino. E poi si potrà giudicare, che avendo il Verbo Eterno formata sì bella Casa, qual è la Vergine, e di più formatala espressamente per sè, lasciasse tuttavia, che vi andasse prima di sè ad abitare il demonio suo traditore, nè solo ad abitare, ma ad impossessarsene, in virtù di quel peccato, che chiamasi originale? Questo non può di ragione apparir credibile. Perciocchè in qual modo potè lasciare pigliare il Verbo al demonio un possesso tale? di necessità, o di elezione? Se di necessità, dunque non ebbe tanto in sè di virtù che gliel potesse impedire. Se di elezione, dunque non ebbe tanto di amore alla Vergine, che il volesse. E vi sarà chi dia per conceduto veruno di tali assurdi, ambidue gravissimi? « Sapientia aedificavil sibi domum — La Sapienza edificò per sè una casa ». Adunque è da credersi, che chi per sè la fabbricò, per sè la volesse. E se nemmeno lasciò, che dopo sé mai vi si accostasse il demonio, come avrà potuto lasciare, che vi abitasse prima di sè? Alla Sapienza toccò già il fabbricare sì degna Casa, ed alla Provvidenza toccò il difenderla da tutte le forze ostili : « Sapientia Ledificabitur domus, et Prudentia roborabitur. — La casa si edificherà con la Sapienza, e per la Prudenza si renderà stabile » (Proverbio 24, 3).

III.

Considera come, affinchè una Casa tale riuscisse più riguardevole, si dice, che la Sapienza nel fabbricarla, v’innalzò di molte colonne, che la reggessero insieme, e che l’abbellissero: Excidit columnas septem, cioè dire, « plurimas — molte », conforme l’uso frequente delle Scritture: « Anima viri sancti enunciat aliquando vera, qual septem circumspectores sedentes in excelso ad speculandum. — L’anima d’un uomo pio scopre talora la verità meglio che sette sentinelle che stanno alle vedette in luogo. elevato » (Ecclesiastico o Siracide 37, 18). E tali colonne furono le Virtù, le quali ornarono l’anima della Vergine. V’è però chi possa ridir quante fossero? furon tutte: che ciò vuol dire nelle Scritture parimente un tal septem: « per septenarium numerum universitas designatur. — L’universalità è designata col numero settenario ». Vero è, che tutte le Virtù finalmente, se si riducono sotto le loro specie, sono anche sette, secondo il più stretto senso. E però sono parimente qui dette sette in un senso tale: non sette di numero, ma sette di differenza. Sono poi queste le sette Virtù primarie, dalle quali procedono tutte l’altre. Tre Teologali, Fede, Speranza, e Carità, che sono le Virtù dette sovrumane, ovvero Divine, perchè sono Virtù proprie dell’uomo in quanto egli è stato fatto con l’elevazion partecipe della Divina natura : e quattro Cardinali, Prudenza, Giustizia, Temperanza, e Fortezza, che sono le Virtù dette umane, ovvero morali, perchè sono Virtù proprie dell’uomo secondo ancora lo stato suo naturale, non elevato. Tutte queste però non furono nella Vergine come in noi, ne’ quali son vacillanti : furono sode, furono salde; e però sono intitolate colonne: Excidit columnas septem, perchè non crollarono mai, anzi furono subito stabilite con la confermazione in grazia più permanente, e più privilegiata che si ritrovi, qual è quella da cui viene escluso l’istesso fornite : « Ego confirmavi columnas ejus. — Io diedi saldezza alle di lei colonne » (Salmo 75, 4). A vista di sì belle colonne, che resta a te, se non che solo metterti a vagheggiarle? Guardale attentamente, e in ciascuna d’esse vedrai effigiate più opere impareggiabili di Maria, quali appartenenti alla Fede, quali alla Speranza, quali alla Carità, e quali all’altre Virtù di sopra accennate. Ammirale, amale, baciale con le labbra di un cuor divoto, e se vuoi fare da divoto vero, ricopiale in te medesimo. Giusto è lodare  le Virtù della Vergine, giusto amarle, ma più giusto assai l’imitarle.

IV.

Considera, che alla Sapienza qui non si ascrive singolarmente l’aver di mano sua lavorate colonne tali, o alzate, o abbellite, si ascrive molto più l’averle scavate: Excidit columnas septem; perchè s’intenda da qual vena le trasse : da una vena di qualità sì pregiata, e sì pellegrina, che fu sol opera della Sapienza increata l’investigarla nelle sue più cupe miniere. Quindi è, che quelle Virtù stesse, che sono comuni agli altri, furono nella Vergine di una condizion tanto eroica, tanto eminente, che costituiscono un ordine superiore a quello, in cui le posseggono gli altri giusti. Ma s’è così, chi potrà poi giudicare che la Vergine avesse a rimanere da Dio compresa nel comun patto ch’egli fe’ con Adamo, quando dall’ubbidienza di lui fe’ che dipendesse la felicità di tutti i suoi posteri, mentr’ella dovea possedere tanto maggior Fede che Adamo, tanto maggiore Speranza che Adamo, tanto maggior Carità che Adamo, tante maggior Prudenza che Adamo, tanto maggior Giustizia che Adamo, tanto maggior Temperanza che Adamo, tanto maggior Fortezza che Adamo, nè solo maggior in atto, ma maggior in abito, sicchè a cagione della perfezion ch’era propria alle Virtù sue, dovea la Vergine poter con molto più di facilità adempir tutta esattamente la Legge del suo Signore? Questo è argomento di gran verisimilitudine a dimostrare quanto giustamente potesse la Vergine, in grazia di Cristo, di cui doveva ella essere degna Casa, venir esclusa dalla sorte comune, di dover anch’ella dipendere dalla costanza di Adamo : sorte per molti capi desiderabile agli altri, per niuno a lei. Tu, ch’hai da fare, se non che rallegrarti di cuore con Maria Vergine della elezione fatta di lei a tale stato, qual fu dover essere Madre del Signor suo? E se da ciò tante altre prerogative in lei derivarono, ben puoi stimare, che derivasse anche questa di essere concepita senza peccato. Altrimenti, che sproporzione sarebbe stata, anche in genere di disegno; conferire a lei nel secondo istante della sua vita Virtù tanto segnalate, tanto sublimi, tanto fuor d’ogni regola ancor di grazia, ed avere insieme permesso, che nel primo istante ella fosse Figliuola d’ira? « Columnae aureae super bases argenteas, e non super luteas. — Colonne d’oro sopra basi d’argento, dice il Signore, e non sopra basi di terra » (Ecclesiastico o Siracide 26, 23).

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