La Manna dell’Anima - Lectio divina - P. Paolo Segneri

GIUGNO

 

XXI. GIORNO

San Luigi Gonzaga.

Rimedio sicuro per non cadere è quello di tener gli occhi fissi in Dio.

 

«Oculi mei semper ad Dominum, quoniam ipse evellet de laqueo pedes meos.— Gli occhi miei son sempre rivolti al Signore, poichè egli trarrà da’ lacci i miei piedi » (Salmo 25, 15).

 

I.

Considera, che questo mondo è pieno di lacci, tesi da’ Demonii infernali, sì che il glorioso Sant’Antonio a mirarli si atzuo terrì tutto. Dovunque tu vada, « In medio laqueorum ingredieris. — Cammini in mezzo ai lacci » (Ecclesiastico o Siracide 9, 20). Però, che hai da fare, allin di non cadervi? Guardarti ai piedi? tutto il contrario. Hai da levare piuttosto i tuoi guardi all’alto, voltandoti al tuo Signore: Lux vultus mei non cadebat in terram (Giobbe 29, 24). Così sarai più sicuro di non perire; perchè se tu pensi a lui, vicendevolmente a lui tocca pensar a te: Convertimini ad me, et ego convertar ad vos (Zaccaria 1, 3). E s’egli pensa a te, tu sei salvo. Questo è ciò, che ci promise di certo il Santo Re Davidde, quando disse: « Oculi mei semper ad Dominum, quoniam ipse evellet de laqueo pedes meos. — Gli occhi miei son sempre rivolti al Signore, poichè egli trarrà da’ lacci i miei piedi ». E questo è ciò, che puoi di certo prometterti ancor tu, se vorrai provarlo; ma nota, che non basta voltare solamente a Dio gli occhi di tanto in tanto, gli hai da fissare : « Oculi mei semper ad Dominum — Gli occhi miei son sempre rivolti al Signore »; e però appunto hai da tenere in lui sempre voltati gli occhi nella maniera, che costumano i servi verso il Padrone, giacchè non senza ragione qui dice « ad Dominum — al Signore ». Se farai ciò, non dubitare di avere in tempo veruno a cadere ne’ lacci, perchè quantunque odi qui dire, che « ipse evellet de laqueo pedes tuos — egli trarrà da’ lacci i tuoi piedi », non ti devi credere, che il Signore ti abbia prima a lasciar cadere ne’ lacci, e di poi cavartene: no, te ne verrà a preservare. Ma si dice « evellet — trarrà », per dimostrare, che i lacci son tanto spessi, sono tanto stretti, sono tanto intrigati, che a preservarti in mezzo d’essi ci vuole tanta virtù, quanta a liberartene.

II.

Considera, che in prima tengono i servi gli occhi intenti al Padrone, per eseguire prontamente i suoi ordini, perchè non vogliono, quando son servi buoni, aspettar la voce, la prevengono al solo mirar i cenni. E questo è ciò, ch’hai da far tu parimente : « Oculi tui semper ad Dominum. — Gli occhi tuoi siano sempre rivolti al Signore », rispetto a Dio, affine di veder che cenno ti dia : « Mens justi meditatur obedientiam. — La mente del giusto medita l’ubbidienza » (Proverbio 15, 28). Se tu aspetti l’ordine espresso, fai l’ubbidienza, ma non la mediti: allor la mediti, quando tu l’indovini, ubbidendo al semplice gusto, che il Signor ti dimostra di alcuna cosa, non all’impero : « Tu mandasti mandata tua custodiri nimis. — Tu hai ordinato, che i tuoi comandamenti siano custoditi esattamente » (Salmo 119, 4).

III.

Considera, che in secondo luogo tengono i servi gli occhi intenti al Padrone, per tenergli dietro dovunque vada; perchè tal è l’obbligo loro, quando non lo servono in altro, di accompagnarlo. E questo è ciò, che similmente hai da fare rispetto a Dio : « Oculi tui semper ad Dominum — Gli occhi tuoi siano sempre rivolti al Signore », per calcare in ogni occorrenza le sue pedate: Vestigia ejus secutus est pes meus (Giobbe 23, 11). Questa è la tua obbligazione. Ma come potrai perfettamente adempirla, se non tieni a lui sempre rivolti gli occhi pensando fra te medesimo com’egli in simili casi si diportò allora, che pellegrinò su la terra in carne mortale? Non sai, che questa è la somma gloria, alla qual tu possa mai giugnere? Seguir lui : Magna gloria est segui Dominum (Ecclesiastico o Siracide 23, 38).

IV.

Considera, che in terzo luogo tengono i servi gli occhi intenti al Padrone per supplicarlo, o di perdono se vengono flagellati, come infingardi, o di provisione, se sono poveri, o di patrocinio, se sono pericolanti, o d’innalzamento, se possono nella Corte d’esso salire a maggior fortuna. E questo è ciò, che finalmente hai da fare rispetto al tuo Dio medesimo : « Oculi tui semper ad Dominum. — Gli occhi tuoi siano sempre rivolti al Signore ». Sei reo, sei povero, sei pericolante, sei capace di giugnere a tanta gloria, quanta è quella del Paradiso. E come dunque è possibile, che tu giammai tolga gli occhi da quelle mani, da cui dipende quanto mai possi al Mondo sperar di bene? « Sicut oculi servorum in manibus dominorum suorum, et sicut oculi ancillae in manibus dominae suae, ita oculi nostri ad Dominum Deum nostrum, donec misereatur nostri. — Siccome gli occhi de’ servi son rivolti alle mani de’ lor padroni, e gli occhi delle ancelle son rivolti alle mani della loro padrona, così gli occhi nostri al Signore Dio nostro, finchè abbia pietà di noi » (Salmo 123, 2). Non vedi tu, come i servi mai non si stancano di mirar supplichevoli il Padrone, « donec misereatur — finchè abbia pietà »? e come dunque tu ti stanchi sì presto di mirar Dio? L’hai da mirare, « donec misereatur — finchè abbia pietà », come fan essi, e ancor dappoi, che « est misertus — ha avuta pietà »; ciò, che di essi molti ingrati non fanno. Questo è ciò, che vale oltre modo ad esser esaudito più prontamente. Altrimenti Iddio ti differirà le sue grazie, se ancor non le negherà. E per qual cagione? perchè ottenute che l’hai, non lo guardi più: Saturati sunt, et elevaverunt cor suum, et obliti sunt mei (Osea 13, 6).

V.

Considera, che se tu terrai, come qui si è detto, i tuoi guardi intenti del continuo al Signore, tu sarai salvo da’ lacci: « Oculi mei semper ad Dominum, quoniam ipse evellet de laqueo. — Gli occhi miei sono sempre rivolti al Signore, poichè egli trarrà dal laccio », cioè « de omni laqueo pedes meos — da ogni laccio i miei piedi ». Perchè hai veduto, come per tre cagioni devi qual vero servo mirar ognora con occhi sì infaticabili il tuo Padrone: per ubbidirlo a cenni, per seguirlo, per supplicarlo. Se l’ubbidirai in detta forma, sei sicurissimo, ch’egli ti scampi da’ lacci: Evellet de laqueo pedes tuos; perchè chi ubbidisce, specialmente con tanta puntualità, non solo non v’è pericolo, che mai cada, ma che neppur egli inciampi. Questo è il privilegio felice dell’ubbidienza, poter andare con sicurtà dove ogni altro sarìa perduto: Qui custodit praeceptum, non experietur quidquam mali (Ecclesiastico o Siracide 8, 5). Se lo terrai riguardato per imitarlo, sei pur sicuro, che ti sottragga da’ lacci: Evellet de laqueo pedes tuos, perchè se alcuno è pur certo di non dovere mai mettere piede in fallo, sai tu qual è? chi a quell’azione ch’ha da fare, a quell’impiego, a quell’impresa, a quell’esercizio, considera come in quello si portò Cristo: Quicumque hanc regulam secuti fuerunt, pax super illos (Lettera ai Galati 6, 16). Questa è la regola, l’imitazione di Cristo: chi questa seguita ha pace, perchè opera con certezza di dargli gusto. Se finalmente lo terrai riguardato con supplicarlo, sei sicuro dai lacci ancora più che mai : Evellet de laqueo pedes tuos; perchè ubbidire al Signore per compir la sua volontà, imitarlo per conformarti al suo vivere, ti fa santo, ma non ti rende sicuro di un tale stato. La total sicurezza ti ha da venire dal chiedergli nondimeno aiuto continuo, come se non facessi niente di bene : « Videte, vigilate, et orate. — Vedete, vegliate, e pregate ». Qualor tu resti di chieder un tal aiuto, non andrà molto, che nè compirai la sua volontà, nè ti conformerai col suo vivere : e però ti bisogna chiederlo sempre, cioè quando ancora l’hai conseguito, perchè come l’hai conseguito così puoi perderlo : Oculi mei semper ad Dominum. E pure quanti ci sono, che lascieranno passare gl’interi dì senza mai levare gli occhi al Cielo : Oculi stultorum in finibus terrae (Proverbio 17, 24). Questi rubano a Dio ciò, che il Signore per tanti titoli giustamente pretende (se gli siam servi), ch’è d’essere padrone degli occhi nostri: Domini est oculus hominis (Zaccaria 9, 1). Ma non già punto glielo rubò quel Santo Giovane, di cui tu celebri in questo giorno i natali, dico un Luigi Gonzaga. Scorri la sua vita, e vedrai, come in tutti e tre questi sensi ch’hai meditati, consacrò a Dio perfettamente i suoi occhi. Qual maraviglia è però, se fosse vicendevolmente preservato poi dal Signore fra tanti lacci, quanti furon quelli, dai quali uscì vincitore?

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