La Manna dell’Anima - Lectio divina - P. Paolo Segneri

GIUGNO

II. GIORNO

Sopra la vanità di questa vita mortale.

 

« Ubi sunt Principes gentium, et qui dominantur super bestias, quae sunt super terram? qui in avibus caeli ludunt? qui argentum thesaurizant, et aurum, in quo confidunt homines, et non est finis acquisitionis eorum? qui argentum fabricant et solliciti sunt, nec est inventio operum illorum? Exterminati sunt, et ad Inferos descenderunt, et alii loco eorum surrexerunt. — Dove sono i Principi della terra, e coloro, che dominano sopra le bestie della terra? coloro, che scherzano cogli uccelli del cielo? coloro, che tesoreggiano argento, ed oro, in cui confidano gli uomini, nè mai finiscono di procacciarsene? coloro, che lavorano l’argento e gran pensier se ne danno, nè si trovano mobili d’invenzione simile ai loro? Furono sterminati, e discesero all’Inferno, ed altri subentrarono nel loro posto » (Baruc 3, 16, 19).

 

I.

Considera seriamente quanto sia grande la vanità di questa vita mortale, e di’ fra te stesso : Ubi sunt Principes gentium? Dove son ora più tanti Principi della Terra? dove gli Augusti? dove i Tiberi? dove i Traiani? dove i Caligoli? dove tanti altri Cesari già regnanti? Exterminati sunt. Non solo sono mancati dal nostro Mondo, ma esterminati, perchè neppure se ne trovano più le ceneri. Va pure, va alle lor tombe, cercali, chiamali: troverai più neppur uno, che ti risponda? Oh ch’esterminio per verità è stato il loro! Hanno perduto parenti, perduto amici, perduto adulatori, perduto reggie, perduto sogli, perduto scettri, perduto posterità: e per dir breve, perduto ogni bene al Mondo. Questo è esterminio, un fallimento totale. Eppur v’è chi tanto apprezzi una grandezza, una gloria, che tutta va a dileguarsi qual fumo al vento? Oh sciocco te, se la curi !

II.

Considera, ch’io ti ho detto avvedutamente, essere tutti questi mancati da questo Mondo : perché nell’altro essi pur troppo si trovano. E dove gl’infelici si trovano? nell’Inferno : «Exterminati sunt, et ad Inferos descenderunt. — Furono sterminati, e discesero nell’Inferno ». « Exterminati sunt — Furono sterminati », quanto al corpo, « et ad Inferos descenderunt — e discesero nell’Inferno », quanto allo spirito. Benchè sai tu propriamente, perchè i meschini si dicano esterminati? Exterminati sunt? perchè sono stati scacciati fuori dei loro termini. I loro termini sulla Terra erano questi: star tutto dì tra ricreazioni, e pompe, tra pompe, e ricreazioni; mai non sapevano uscirne, neppur un passo. Ma ora ne sono usciti di tal maniera, che non poteano andarne mai più lontano : « Exterminati sunt, et ad Inferos descenderunt. — Furono sterminati, e discesero nell’Inferno ». Vedi ove son arrivati? All’Inferno stesso, cioè a quella Terra, la qual è per verità Terra di esterminio, più che non fu già riputato l’Egitto : In Terra exterminii (Sapienza 18, 15). Misero te, che ciò leggi, se corri rischio di andar mai esule in Terra così funesta! non ne ritorni mai più : « Qui descenderit ad Inferos, non ascendet, nec revertetur ultra in domum suam. — Chi discende nell’Inferno, non ne uscirà, nè tornerà più alla sua casa » (Giobbe 7, 8). Imperciocchè questo è ciò, che significa di vantaggio questa gran parola, esterminio; un male, ch’è disperato, senza riparo, senza rimedio. E tal è quello, che questi grandi ora patiscono nell’Inferno : « Non est in illis medicamentum exterminii. — Non v’ha rimedio al loro esterminio » (Sapienza 1, 14).

III.

Considera alquanto più particolarmente quanto sia grande l’opposizione dei termini, la qual passa tra quello stato, che costoro godevano in questo Mondo, e quello che ora provano nell’Inferno, affinché apprendi tanto più vivamente, quanto fu davvero eccessivo il loro esterminio, allora che sin « ad Inferos descenderunt — discesero nell’Inferno ». Il loro diletto era qui dominare tutte le bestie, che scorrono sulla terra, dominantur super bestias quae sunt super Terram, con andar del continuo a caccia di fiere, con nutrir cani, con nutrir cavalli. Ed ora nell’Inferno, non solo non signoreggiano più queste bestie, che su la Terra dimorano; ma sono signoreggiati ancora da quelle che albergano sotto Terra : mentre son dati in preda a schifosissimi vermi, che gli divorano, in preda agli scorpioni, in preda ai serpenti : Dentes bestiarum immittam in eos cum furore trahentium super Terram, atque serpentium (Deuteronomio 32, 24). Il loro diletto era qui scherzare con gli uccelli dell’aria, in avibus Caeli ludunt: e nell’Inferno sono divenuti essi scherzo di tanti feroci uccellarci, quanti sono i Demonii, che ognor si veggono scorrere d’ogni intorno a guisa di arpie, devorabunt eos aves morsu amarissimo (Deuteronomio 32, 24). Il loro diletto era qui non solo arricchire, ma tesoreggiare insaziabilmente : Argentum thesaurizant, et aurum in quo confidunt homines, et non est finis acquisitionis eorum, tenendo morto nelle casse il danaro, piuttosto che darlo ai sudditi, che darlo ai servi, che darlo ai più bisognosi. E nell’Inferno non han più altro di tutti i loro tesori, che un’alta ruggine, accesa a bruciarli vivi : Aurum, et argentum vestrum aeruginavit, et aerugo eorum manducabit carnes vestras sicut ignis (Lettera di Giacomo 5, 3). Nel resto, oh che povertà! Il misero Epulone ebbe a chiedere invano una goccia d’acqua. E pur che sollievo sarebbe stato ottenerla fra tanti ardori? Nessun affatto. Piuttosto avrebbe servito a farli più vivi, come fa poca acqua spruzzata su ferri ardenti. Il loro diletto era farsi qui fabbricare vasi superbi, e scrigni, e statue, e studioli d’invenzion tale, che avesse a cedere ogni materia a lavoro : Argentum fabricant, et solliciti sunt, nec est inventio operum illorum, cioè nec est inventio similis illi operum illorum. E nell’Inferno non han più bisogno di usare sollecitudine. Senza che si affatichino a ricercarne, sorgono ogni dì nuove furie, ingegnosissime a trovar sempre più stravaganti invenzioni da tormentarli, sicchè non mai si finisca, ma sempre passisi innanzi di pena in pena, per tutta l’etrrnità: Est processio in malis viro indisciplinato, et est inventio in detrimentum (Ecclesiastico o Siracide 20, 9). Or mira, che opposti termini sono questi! Ben si può dire, che questi dominanti infelici « exterminati sunt — furono sterminati » dallo stato, in cui si ritrovavano su la Terra, mentre ne sono passati ad un sì contrario. Ma che cercar più? « Ad Inferos descenderunt. — Discesero nell’Inferno » : ti basti ciò affine di figurarti in essi ogni male. E tu sarai così stolto che invidii la lor passata felicità, e non paventi alla lor presente miseria? Guarda se ad essi è facile di dannarsi! Non si dice, che abbiano trascorso a sregolate lascivie, che abbiano ammazzato, che abbiano assassinato, che abbiano fatti scorrer sulla Terra rivi di sangue innocente, per vendicarsi. Si dice solo, che abbiano atteso a ciò, di cui più quasi nessuno nel loro stato si fa coscienza, di aver atteso a soverchie ricreazioni, a soverchie pompe. E non è di sommo pericolo il loro stato? « Vae qui opulenti estis in Sion! — Guai a voi, che in Sion nuotate nell’abbondanza! » (Amos 6, 1).

IV.

Considera uno stupore maggior di tutti. Veder, che dappoi, che questi dai loro troni sono precipitati giù negli abissi, si trovi pure, chi si contenti di ascendere ai loro troni. Pare, che piuttosto che ascendervi, dovrebbono tutti correre alle caverne, alle selve, alle sepolture. E pur non è vero. Anzi i mondani d’oggidì fan tutti a gara affine di ascendervi: « Exterminati sunt, et ad Inferos descenderunt, et alii loco eorum surrexerunt. — Furono sterminati, e discesero nell’Inferno, ed altri subentrarono nel loro posto ». Questa è una maraviglia sì portentosa, che può bastare a farti andare un intero dì tutto attonito, tutto assorto. Vero è, che queste parole vagliono egualmente a mostrare quell’alta vanità dei beni mortali, di cui da principio ti dissi; mentre tu vedi, che questi gran dominanti cosi invidiati, a guisa di onde, si scacciano gli uni gli altri. Appena uno è montato sopra il suo trono, che scorge il successor già pronto ad incalzarlo, perchè ne scenda giù presto. Tal è l’umana grandezza, non è mai ferma: « Transire fecit Samaria Regem suum, quasi spumam super faciem aquae. — Samaria fece sparire il suo Re, come una bolla, che galleggia sull’ acque » (Osea 10, 7). Ma questo tanto più colma ancora la maraviglia. Perchè se l’umana grandezza è così fugace; come dunque è possibile, che si trovi chi tuttavia la procuri con tanto studio? E pur è così: « Exterminati sunt, et ad Inferos descenderunt, et alii loco eorum surrexerunt. — Furono sterminati, e discesero nell’Inferno, ed altri subentrarono nel loro posto »,

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